00 07/03/2008 11:02
Dovete fare la vostra classifica di questi quattro video. Se la classifica non è completa, i punteggi assegnati saranno proporzionali ai video votati.
Potete votare una volta al giorno fino a lunedì 31 marzo ore 10:00 circa.

NON SI VOTA IL CANTANTE O LA CANZONE, MA IL VIDEO CIOE' L'INSIEME DI MUSICA, ATMOSFERA, PAROLE E STORIA CHE IL VIDEO RACCONTA.

A classifica fatta: l'ultimo viene eliminato, gli altri passano alle fasi successive.
ps. Non si possono recuperare voti non dati in giorni precedenti

Eccoli:
Anche libero va bene
Kim Rossi Stuart alla sua opera prima interpreta Renato, un padre single che vive coi suoi due figli, Viola e Tommi. Abbandonato dalla moglie Stefania (Barbora Bobulova), Renato cerca di condurre avanti al meglio la famiglia, ma non è semplice quando si hanno anche problemi di lavoro. Chi ne soffre di più è il piccolo Tommi.
Spaccato di vita fra le mura di casa, che si ispira, seppure alla lontana, al cinema del Neorealismo, Anche libero va bene, corre sul concetto del modo di vivere l’infanzia, dell’essere figli della nostra infanzia, e della differenza di sguardo sul mondo che possono avere un padre e un figlio. Esperienza contro innocenza, grigio contro blu. E così Tommi che vive altri mondi (l’artefatta famiglia borghese del vicino di casa che lo accoglie a braccia aperte), quando può si chiude al dolore (per lui, la madre che ritorna è un pericolo non una gioia) e si rifugia sul suo amato tetto per guardare dall’alto ciò che accade. Renato, invece, non può più fuggire, perchè il suo tempo è finito, e sfoga la rabbia trattenuta, contro tutto e tutti, ovvero contro se stesso. Solo il suo animo gentile lo salva, figlio dell’innocenza perduta che riaffiora grazie all’amore.
Io, l'altro
Yousef, un esiliato proveniente dalla Tunisia, trova lavoro in Italia come pescatore. Nonostante le difficoltà che qualsiasi emigrato incontra, Yousef stringe subito una forte amicizia con Giuseppe, tanto che i due decidono di comprarsi una piccola imbarcazione e pescare in proprio. Tutto sembra andare per il meglio quando, in seguito alla strage dell'11 Settembre, s'instaura un clima di diffidenza nei confronti dei musulmani ed a farne le spese sarà anche Yousef...
Le Fate Ignoranti
Antonia e Massimo vivono una vita "perfetta" in una villa nella periferia residenziale di Roma. Quando Massimo all'improvviso muore con un incidente stradale, Antonia cade in una profonda depressione. Un giorno, la povera donna scopre che il marito aveva, da sette anni, un'amante. Grazie alle numerose traccie ritrovate tra gli effetti personali di Massimo, riesce a scoprire l'indirizzo della rivale. Antonia rimane esterrefatta quando scopre che l'altra è un uomo e si chiama Michele. TRAMA LUNGA A Roma Massimo muore all'improvviso in un incidente di macchina. Dopo dieci anni di matrimonio, la moglie Antonia sprofonda in un lutto totale, è incapace di riprendersi, non va al lavoro, trascura le amiche e intrattiene rapporti difficili con la madre Veronica, a sua volta da tempo vedova. Un giorno dietro un quadro Antonia vede una dedica, fa alcune indagini e scopre alla fine che il marito aveva un'amante da sette anni. Seguendo la traccia di un cognome e di un indirizzo, Antonia si fa coraggio, suona all'appartamento di un quartiere popolare. Una prima volta crede di avere sbagliato, torna in seguito e alla fine fa i conti con la verità: l'amante di Massimo era un uomo, Michele, che vive in quella casa circondato da una vera e propria famiglia di amici che era diventata anche la seconda famiglia del marito. Per Antonia si tratta di una scoperta che all'inizio cerca di rimuovere, rifiutandola. Ma il desiderio di saperne di più la porta di nuovo in quella casa. Così a poco a poco entra a far parte di quel nucleo in cui convivono uomini e donne senza alcuna distinzione di orientamento sessuale, di età, di razza e stato sociale: tante vicende, anche difficili e drammatiche, con le quali Antonia comincia a confrontarsi. I cambi di umore sono tuttavia frequentissimi: tra Antonia e Michele corrono offese, accuse, liti furiose. Michele si lascia andare a nuovi rapporti, Antonia fatica a seguirlo, si avvicinano, sembrano scoprire intimità, ridono e piangono. Ma il fantasma di Massimo resta tra loro, e allora Antonia decide di partire. Solo dopo un viaggio, e una riflessione su se stessa, Antonia può sentirsi pronta a ricominciare una nuova vita.

Pensavo fosse amore invece era un calesse
Tira e molla di sentimenti a Napoli tra Cecilia, libraia, e Tommaso, proprietario di un ristorante. Intorno a loro, altri personaggi in crisi. È il più ambizioso ma anche il meno riuscito dei film di M. Troisi che dà il meglio di sé nei lunghi monologhi. Brava e bella F. Neri, tutti bravi i comprimari cui, caso raro, Troisi concede il giusto spazio. Film d'amore, sull'amore, intorno e dentro l'amore, ha avuto i suoi sostenitori: “Piccolo piccolo e anarchico... uniforme e imprendibile, fluidissimo e singhiozzante, febbricitante e dolcissimo” (Gariazzo & Chiacchiari).


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