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I bisessuali sono “…solo dei gay o delle lesbiche che hanno paura di ammettere la loro omosessualità” oppure sono persone che hanno “…attrazione e/o comportamento sessuale con persone di entrambi i generi”? (Fox, 1996).

La bisessualità è il potenziale di sentirsi sessualmente attratti e di intraprendere relazioni sessuali o sensuali con entrambi i sessi.

Una ricerca di Eliason, che risale al 1997, svolta su un campione di studenti non ancora diplomati, mostra che la percezione che comunemente gli individui hanno dei bisessuali è principalmente basata su degli stereotipi.

Samantha Star Straf ha individuato nel 1998 cinque di questi stereotipi:

1) I bisessuali non esistono

2) I bisessuali sono persone confuse

3) I bisessuali hanno bisogno di avere contemporaneamente una relazione con partner di entrambi i generi

4) I bisessuali si godono il meglio da entrambi i mondi

5) I bisessuali diffondo l’AIDS


I bisessuali non esistono
Il primo mito afferma che i bisessuali non esistono e si basa sul fatto che non è semplice auto-identificarsi come bisessuali (Ault, 1996). Ron Fox riporta, in uno studio del 1996, che il 4% degli intervistati ammetteva di provare un’attrazione sessuale per entrambi i generi, ma solo lo 0,8% degli uomini e lo 0,5% delle donne del campione si dichiaravano bisessuali.

Un risultato molto simile era stato riscontrato in un’intervista curata l’anno prima (1995) da McKirnan, Stokes, Doll e Burzette che riguardava le attività sessuali; il 5,8% del campione maschile dichiarava di aver avuto, nel corso della propria vita, almeno un partner di sesso maschile ed uno di sesso femminile ma, solo l’1% di questo gruppo si etichettava come bisessuale. Generalmente infatti coloro che hanno avuto esperienze bisessuali tendono ad auto-identificarsi o come omosessuali o come eterosessuali.


Non date per scontato la bisessualità di nessuno
Il secondo mito afferma che i bisessuali sono persone confuse basandosi sul fatto che spesso i bisessuali si trovano in un periodo di transizione tra l’etero o l’omosessualità (Eliason, 1997), sono confusi sulla loro identità o sul loro orientamento sessuale (per paura di dover ammettere la loro omosessualità ) oppure perché non sono in grado di affrontare una scelta dicotomica (Deacon, Reinke, Viers, 1996).

Un altro modo di vedere la bisessualità è quella di un “esperimento” o di “una fase di passaggio dell’adolescenza” (Eliason, 1997) oppure semplicemente una scelta “circostanziale” nel caso ci si trovi detenuti in un carcere per un lungo periodo di tempo (McKirnan et al., 1995).

L’auto-identificazione può subire modiche nel tempo; nella già citata ricerca di Eliason del 1997 il 41% delle donne che si definivano lesbiche in passato si erano dichiarate bisessuali mentre il 76% delle donne che si definivano bisessuali in passato si erano dichiarate lesbiche.

Risultati simili si erano avuti in una precedente ricerca di McKirnan del 1995 dove il 65% dei maschi che avevano avuto rapporti sessuali sia con uomini che con donne avevano mantenuto un comportamento bisessuale per più di 5 anni; tra questi quelli che poi avevano cambiato auto-identificazione si riconoscevano per 1/3 come eterosessuali e per 2/3 come omosessuali.

Dunque, la percezione della propria identità sessuale si modifica facilmente in un bisessuale quando questi si trova coinvolto in una relazione monogama (Rust, 1996).

Sebbene alcune persone dopo essersi identificate come bisessuali per un certo periodo di tempo decidano per una differente identità sessuale altre, con una stabile identità demoliscono lo stereotipo che li definisce persone “confuse”.

Né mezzi omosessuali né mezzi eterosessuali ma assolutamente bisessuali.

Sebbene i bisessuali siano spesso stati accusati di godersi il meglio da entrambi i mondi, in realtà sono discriminati sia dagli omosessuali che dagli eterosessuali.

Riguardo questo punto nella citata ricerca di Elison del 1997 troviamo che ben il 40% degli studenti eterosessuali giudicava la bisessualità meno accettabile dell’omosessualità (in particolare quella maschile, 61% di rifiuto).

Che la bisessualità femminile sia maggiormente accettata dagli eterosessuali si spiega col fatto che una delle fantasie più diffuse nell’immaginario erotico dei maschi eterosessuali è quella di fare l’amore con due donne bisessuali (ménage à trois).

Molti omosessuali giudicano i bisessuali più negativamente di quanto non lo facciano gli eterosessuali (Deacon et al., 1996).

Omosessuali maschi e femmine hanno lottato molto negli anni affinché la loro omosessualità fosse riconosciuta come congenita e ritengono che i bisessuali screditino questa teoria scegliendo alternativamente partners di sesso maschile e di sesso femminile.

Molte religioni inoltre, vedono la bisessualità addirittura come “l’ultima perversione”.

Quando si ammette la propria bisessualità si rischia una doppia stigmatizzazione ed il rifiuto sia da parte della comunità eterosessuale che da quella omosessuale. Così non solo i bisessuali non prendono il meglio da ciascun mondo, ma anzi si trovano a dover affrontare una discriminazione da parte di entrambi i mondi monosessuali.


Un sesso vale l’altro
Un altro mito sui bisessuali è la credenza che questi ultimi abbiano necessariamente bisogno di avere contemporaneamente una relazione con un uomo e con una donna.

Variazioni di questo mito sono quelle che descrivono i bisessuali come promiscui e ossessionati dal sesso (Ault, 1996).

Essi sono comunemente visti come persone che hanno più partners sessuali, più di un partner alla volta, e un’attitudine flessibile nei confronti del sesso.

Molte lesbiche rifiutano relazioni sessuali con donne bisessuali perché dicono che saranno certamente lasciate per un uomo (Eliason, 1997).

In realtà i bisessuali non sono attratti allo stesso modo dai maschi e dalle femmine e la maggior parte delle volte vengono attratti da caratteristiche che non hanno nulla a che fare col genere (Eliason, 1996); essi percepiscono la loro identità come fluttuante (Wilson, 1996).

Alcuni bisessuali sono monogami, altri poligami ed altri ancora hanno un “matrimonio aperto” che gli permette di avere relazioni con partners dello stesso sesso, relazioni a tre, od un numero di partners dello stesso o dell’altro genere (Deacon et al., 1996) ma la maggioranza dei bisessuali è generalmente monogama.

Sono sieronegativo e non voglio diventare sieropositivo
Un ultimo mito sui bisessuali è che sono stati questi a diffondere il virus dell’HIV nel mondo eterosessuale e in quello lesbico (Eliason, 1997).

In realtà solo il 3% delle donne con AIDS conclamato ha contratto il virus da un maschio bisessuale (Stokes et al., 1996).

Molte lesbiche non hanno rapporti sessuali con donne bisessuali perché le credono a maggior rischio d’infezione anche se sono stati documentati solo 2 casi di trasmissione per via sessuale dell’Hiv da donna a donna (Rila, 1996).

C’è del vero dietro questo stereotipo, infatti alcune persone hanno contratto il virus da bisessuali, (soprattutto uomini) ma i rapporti sessuali non protetti sono molto più pericolosi dell’orientamento sessuale dei propri partners.


Ora detto ciò, cosa ne pensate? Ritrovate anche nella vostra vita quotidiana stereotipi o pregiudizi del genere?
E cosa pensa l'etero che legge tutto questo? E' d'accordo o meno?
Mi piacerebbe sentire la vostra opinione.



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