La bisessualità in 1500 diverse specie animali

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coccole2000bsx
00mercoledì 13 dicembre 2006 12:07
"La bisessualità si manifesta in 1500 diverse specie animali", articolo tratto dal supplemento "SCIENZE" del Corriere della Sera.


Nel corredo comportamentale innato di ogni animale coesistono sia i moduli sessuali propri del ruolo femminile che di quello maschile. Konrad Lorenz già nel 1935 descrisse il fenomeno come “ambivalenza sessuale”. L’ espressione della sessualità dipende da due fattori, uno riguardante i moduli comportamentali, che possono essere maschili o femminili, l’ altro le preferenze per l’ uno o l’ altro sesso. Combinando questi due fattori risultano teoricamente possibili quattro forme di rapporti sessuali (due omo e due etero), e tutte queste combinazioni esistono in natura. Per comprendere a fondo l’ esistenza di queste differenti combinazioni, occorre percepire che quella riproduttiva non è in natura l’ unica funzione della sessualità. Anzi, questa comparve ben dopo l’ origine della vita, e per la specifica funzione di incrementare, mescolando le informazioni genetiche dei due partner, la variabilità degli individui. Ci sono infatti altre funzioni del rapporto sessuale, come quella comunicativa, dove i moduli della sessualità fungono da messaggi, e quella coesiva, dove il comportamento sessuale è il collante per il mantenimento dei legami affettivi. Risulta ad ogni modo arduo tentare di interpretare la sessualità usando un modello unitario valido per tutte le specie.

Molti animali sono gay: il fatto è abbastanza assodato nel mondo degli studiosi. Meno assodato è che anche autentiche icone della virilità, come i bisonti americani, siano stati sorpresi e immortalati in atteggiamenti e pose inequivocabili. I maschi sono più grossi delle femmine: possono raggiungere anche i 190 centimetri di altezza al garrese e pesano in media 750-900 chili. Lunghi studi nelle mandrie delle praterie nordamericane hanno portato a una conclusione: tra i maschi, i rapporti omosessuali sono più comuni di quelli eterosessuali. Lo studio dei comportamenti e dei costumi sessuali negli animali ha portato a conclusioni sorprendenti.

I maschi adulti dei trichechi, per esempio, sono bisex: durante la stagione degli amori si accoppiano come da copione con l'altro sesso; nel resto dell'anno si trastullano invece con esemplari più giovani. «L'omosessualità è stata ora osservata in più di 1500 specie animali e il fenomeno è stato ben descritto per 500 di esse» sostiene Peter Bockman coordinatore della mostra «Contro Natura?» inaugurata qualche giorno fa a Oslo, presso il Museo di Storia Naturale dell'Università e aperta sino al agosto 2007, la prima al mondo che affronta questo tema. «L'argomentazione che l'omosessualità non può essere accettata perché contro le leggi della natura può essere ora confutata dal punto di vista scientifico — osserva ancora Bockman —. La continuazione della specie attraverso la riproduzione non è l'unico scopo delle attività sessuali in cui sono coinvolti diversi animali, uomo compreso. Il rapporto tra animali dello stesso sesso può essere utilizzato per creare alleanze e protezione tra i partner. In situazioni in cui la specie è bisessuale, come nel caso degli scimpanzé nani, le relazioni omosessuali possono consentire quindi di consolidare i legami sociali».
Fino a qualche decina di anni fa l'omosessualità, osservata principalmente in animali addomesticati o esemplari selvatici tenuti in cattività, veniva bollata come una espressione anomala della sessualità animale (se non addirittura una patologia) e ricondotta a diverse cause scatenanti, come la presenza di individui dello stesso sesso confinati in una gabbia o in un recinto (come nel caso delle carceri umane), o carenze o eccessi di ormoni sessuali o un difetto di informazione (imprinting errato) nelle prime fasi di vita di un animale. Allevando ad esempio pulcini maschi di anatra per più di tre mesi in assenza di una presenza femminile, una volta adulti questi tendono a formare coppie dello stesso sesso. L'intensa attività di campo di biologi sta cambiando gli orizzonti, sollevando la cortina su questi comportamenti considerati «deviati» da una parte della scienza e della società e rendendo sempre più labile il confine tra omosessualità e eterosessualità. I maschi dei delfini sono, ad esempio, generalmente bisessuali, ma vivono periodi di esclusiva omosessualità. Nelle balene grigie le interazioni omosessuali sono abbastanza frequenti. Il 40% della popolazione maschile di galletti di roccia ( Rupicola rupicola), uccelli della foresta amazzonica, è coinvolta in attività omosessuali e una piccola parte di questa non si accoppia mai con delle femmine.

C'è chi, tra le coppie gay animali, ha addirittura risolto il problema della maternità. E' il caso dei cigni neri in cui può accadere che un partner della coppia omosex si riproduca regolarmente, per appropriarsi poi dell'uovo deposto dalla partner e incubarlo poi con il compagno. I due possono, in alternativa, anche arrivare a scacciare dal nido la coppia eterosessuale, adottandone le uova; un comportamento osservato anche nei fenicotteri. Ci vuole però prudenza nel dichiarare gay un animale, in quanto un comportamento apparentemente omosessuale, può essere a volte finalizzato alla trasmissione di uno specifico messaggio. Succede tra i leoni. Un giovane maschio si avvicina a un adulto recitando la parte di una femmina in calore, un meccanismo che tipicamente serve a bloccare l'aggressività. Una bella tattica, utilizzata per non essere aggredito. Ai nostri occhi, però, quel felino è gay.


!NeveCheVola!
00mercoledì 13 dicembre 2006 12:19
Il titolo dell'articolo però dice

l'omosessualità si manifesta in 1.500 specie.

[SM=g27818] mentre la bisessualità solo in alcune specie.
Certo è che il prossimo deficiente che dice che omo e bisessualità in natura non esistono si prende un grandissimo [SM=x1248974] [SM=x1249042]
coccole2000bsx
00mercoledì 13 dicembre 2006 15:01
La precisazione di neve_che_vola è giusta, ma è anche vero che l' articolo fa riferimento al comportamento "anche" omosessuale di specie animali che hanno però anche il tradizionale comportamento eterosessuale a fini procreativi. Quindi mi sono permesso di "tradurre" tutto questo nel termine di uso comune "bisessuale".
In effetti dal tricheco al delfino, dal bonobo al bisonte, si tratta in pratica di un comportamento bisessuale. Quando si dice ad esempio che "Il 40% della popolazione maschile di galletti di roccia ( Rupicola rupicola), uccelli della foresta amazzonica, è coinvolta in attività omosessuali e una piccola parte di questa non si accoppia mai con delle femmine", si dice che questa "piccola parte" è sì solo omosessuale, ma la specie nel suo complesso ha un comportamento in pratica bisessuale.
Comunque sì, quello che anche a me premeva nel riportare questo articolo è di dire che ogni volta che qualche cattolico integralista (o chiunque altro) vi dirà che il comportamento omosessuale o bisessuale è "contro natura", fategli una sonora risata in faccia!



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