La Bisessualità

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!NeveCheVola!
00giovedì 30 luglio 2009 16:13
Riporto un articolo, purtroppo di un po' di tempo fa, della Dott.ssa Proietti che scrive su Psicolinea.it

Premetto che stranamente non c'è alcun riferimento al compianto Dr Fritz Klein che già negli anni 80 ha iniziato studi molto seri sull'argomento ed è noto nella comunità Bisessuale per la sua Klein Sexual Orientation Grid , una scala per la misurazione della propria bisessualità che parte dalla scala Kinsey approfondendola. Della cosa ho anche fatto una segnalazione via email alla stessa dottoressa Proietti...chissà se mi risponderà mai...

"La bisessualità consiste nella ‘potenzialità’ di sentirsi attratti (e di stabilire delle relazioni affettive o sessuali) con persone di entrambi i sessi. La ‘potenzialità’ non significa naturalmente che poi queste relazioni vengano effettivamente stabilite nella realtà. Il livello di attrazione del/della bisex per soggetti di sesso maschile o femminile può non essere esattamente lo stesso, nel senso che potrebbe essere sbilanciato verso una parte o verso l’altra, anche a seconda del periodo vissuto e degli incontri avuti.
Il bisessuale infatti si sente attratto/a dalla persona in quanto tale, a prescindere dal genere sessuale cui essa appartiene.

Molte persone, pur sentendo attrazione e fantasie erotiche nei confronti di entrambi i sessi, non passano mai all’atto, rimanendo fedeli alla scelta fatta, eterosessuale o omosessuale. Allo stesso modo, vi sono persone che, pur avendo di fatto rapporti con soggetti di entrambi i sessi, non si considerano bisessuali.
Secondo le comunità bisessuali (vedi citazione di alcuni siti in appendice) l’orientamento sessuale, così come la vita stessa, è qualcosa di dinamico, che cambia e si modifica nel corso del tempo, per cui un periodo di bisessualità può rappresentare una fase di confusione, di incertezza, che si risolve definitivamente nel breve periodo, ma può anche rappresentare un momento di cambiamento importante per la persona, visto che porterà effetti e conseguenze sull’organizzazione stessa della propria vita. In alcuni casi invece la fase bisessuale può essere un periodo di transizione, che porta verso l’omosessualità.
Su questo tema, anche in ambito scientifico, il dibattito è ancora acceso. Ad esempio, ci si domanda ancora se bisessuali si nasce o si diventa. Alcune teorie, di tipo organicistico, indirizzano verso le influenze ormonali nel periodo fetale, oppure spiegano la cosa come il permanere nell’individuo di alcuni elementi dello stadio evolutivo iniziale, che all’origine è indifferenziato; altre teorie, più orientate verso le scienze umane, insistono invece sul processo di socializzazione, sui modelli ricevuti, sulle esperienze avute, specialmente in età infantile.

Freud parlò, con grande scandalo per quel tempo, del bambino ‘perverso polimorfo’, cioè con la potenziale possibilità di avere ogni tipo di attività sessuale e che, solo attraverso l’educazione e la cultura fa poi una scelta più definita.

Freud scrive infatti: “Un certo grado di ermafroditismo anatomico è proprio della normalità: in nessun individuo di normale formazione maschile o femminile mancano le tracce dell’apparato dell’altro sesso che, o continuavano a sussistere, senza avere una funzione, come organi rudimentali oppure sono state trasformate per assumere altre funzioni”. Ed ancora : “ la proporzione con cui il maschile ed il femminile si intrecciano nell’individuo è soggetta ad oscillazioni assai rilevanti”.
Il padre della psicoanalisi prende ad esempio gli antichi Greci: “Tra i greci, presso i quali gli uomini più virili appaiono fra gli invertiti, è chiaro che non il carattere virile del fanciullo, ma la sua prossimità fisica alla donna, come anche le sue qualità psichiche femminili - la timidezza, il ritegno, il bisogno di imparare, di essere aiutato- accendevano l’amore dell’uomo. Divenuto uomo, il fanciullo cessava di essere oggetto sessule per l’uomo e magari diventava egli stesso un pederasta. In questo caso dunque l’oggetto sessuale, come in molti casi, non è lo stesso sesso, bensì l’unione dei caratteri dei due sessi, quasi il compromesso fra un impulso che richiede l’uomo ed un altro che richiede la donna, ferma restando la condizione della virilità del corpo (dei genitali), per così dire il rispecchiamento della propria natura bisessuale”.

Sull’argomento bisessualità non vi sono moltissime ricerche: possiamo però fare riferimento agli studi di Kinsey, condotte fra il 1940 ed il 1950, il quale ipotizzava che circa il 15-25% delle donne e il 33-46% degli uomini potevano essere bisessuali.
Kinsey fece anche una scala, per diversificare i vari gradi di bisessualità:

0. Completamente eterosessuale
1. Eterosessualità predominante, con qualche sporadico rapporto omosessuale
2. Eterosessualità predominante, ma con una chiara storia omosessuale
3. Eterosessualità ed Omosessualità allo stesso livello
4. Omosessualità predominante, ma con una chiara storia eterosessuale
5. Omosessualità predominante, con qualche sporadico rapporto eterosessuale
6. Completamente omosessuale

La scelta sessuale del bisex, contrariamente a quanto si crede, non interessa SEMPRE contemporaneamente sia partner maschili sia femminili, ma è del tutto casuale: questo significa che possono aver luogo relazioni monogame, anche di lungo termine, con soggetti dello stesso sesso, o del sesso opposto. Come gli eterosessuali, anche i bisessuali possono avere una relazione monogama con un/una partner, per poi tradirlo/a occasionalmente con un’altra persona, che in questo caso può essere sia uomo che donna. A volte il bisessuale può dare vita ad una relazione a tre, con un uomo ed una donna come partners allo stesso tempo, spesso senza che i due soggetti siano consapevoli dell'esistenza dell'altro/a.

Dichiararsi bisessuali non è facile: come per gli omosessuali, vi sono nei loro confronti molti pregiudizi; si rischia di perdere i propri affetti, le proprie amicizie, il lavoro ed i figli, in caso di separazione.

L’AIDS poi ha colpito duramente la comunità bisessuale, in quanto questi soggetti sono stati, giustamente o ingiustamente, accusati di trasmettere l’HIV dai gay agli eterosessuali. Queste accuse hanno generato delle discriminazioni, che hanno convinto la comunità bisex a scendere in campo e a rendersi più ‘visibile’, come i gay e le lesbiche, per difendere i propri diritti.

I rapporti con i gay e le lesbiche peraltro non sono sempre ottimali, in quanto gli omosessuali ritengono spesso i bisessuali delle persone che tendono a reprimere i propri reali desideri e che tendono a nascondersi per non voler affrontare la diversità e violare così la norma sociale."
di Giuliana Proietti
www.psicolinea.it
kiaroz
00venerdì 21 agosto 2009 17:02
Ciao Nevuzza! ti leggo poi con calma in un altro momento...
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