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Questo forum è un luogo di incontro e di dialogo sul tema della bisessualità. Ci rivolgiamo in particolare a tutti coloro che in essa riconoscono il proprio orientamento sessuale consapevole, ma anche e soprattutto a chi si sente ancora incerto nel definire se stesso. E perchè no...offriamo ospitalità anche a chi bisessuale non è ma vorrebbe capire qualcosa in più di questa realtà. All'interno di questo forum si intende approfondire il confronto sempre nel pieno rispetto delle persone e delle idee, tralasciando pregiudizi di qualunque genere, siano essi a carattere politico e/o religioso.L'uguaglianza che ricerchiamo non è omologazione, non è eliminazione delle differenze con gli altri orientamenti ma la possibilità di un comune destino e di una comune dignità. Benvenuti fra noi!

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LA VOCE "BISESSUALITA' " SU WIKIPEDIA

Ultimo Aggiornamento: 27/02/2007 13:02
06/11/2006 18:00
 
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Si definisce come bisessualità l'orientamento sessuale di un soggetto che trae piacere e soddisfazione erotica nell'avere rapporti sessuali e/o affettivi con persone sia dello stesso che dell'altro sesso. Tali rapporti potranno, in generale, essere accompagnati da fantasie erotiche, atteggiamenti, stili di vita specifici.

Non è significativo, ai fini della definizione, che l'orientamento bisessuale si concretizzi realmente in rapporti sessuali, né che il ruolo assunto dal soggetto nel rapporto sessuale sia “attivo” o “passivo”.


Etimologia

Il termine bisessuale è stato coniato nel 1809 da alcuni botanici, per descrivere le piante provviste di organi riproduttivi sia maschili che femminili. Non è chiaro quando il termine sia stato applicato al contesto dell'orientamento sessuale.

Esistono anche dei termini alternativi per descrivere le varie forme di bisessualità. Molti di essi sono neologismi non universalmente accettati.

Pansessuale, omnisessuale e pomosessuale (sessualità postmoderna) sono termini che si riferiscono all'attrazione verso ogni genere, compreso il transessualismo e il transgenderismo.

"Bi-permissivo" (en:Bi-permissive) indica qualcuno che non cerca attivamente relazioni sessuali con persone di un sesso specifico, ma che è "aperto" a nuove esperienze. Alcune persone che rispondono a questa descrizione potrebbero identificarsi come eterossesuali o omosessuali, hanno naturalmente rapporti sessuali con persone di sesso opposto, e potrebbero essere incluse nella Scala Kinsey ai posti 1 o 5.
"Ambisessuale" indica una indiscriminante attrazione che si rivolge principalmente verso persone di sesso opposto. Qualcuno che si identifica come ambisessuale può provare attrazione verso qualcuno da un punto di vista fisico, emotivo, intellettuale o spirituale, a prescindere dal sesso o dal genere, mentre conferma i suoi criteri selettivi in altri ambiti. D'altra parte, alcuni potrebbero sperimentare verso qualcuno una intensa attrazione forse causata da particolari qualità riguardanti proprio il sesso o il genere. Una persona con questo orientamento può essere inclusa nel posto 3 della scala di Kinsey, anche se alcuni si riconoscerebbero a pieno nei posti 2 o 4 ( nonostante qualcuno possa pensare di essere, invece, "bi-permissivo").
"Bi-curioso" (en:Bi-curious) è un termine che può avere diversi e contraddittori significati. Comunemente è usato da persone che si identificano come eterosessuali ma che sono interessati ad esperienze omosessuali. Spesso alcuni (non sempre correttamente) sono ritenuti essere omosessuali, oppure bisessuali che però non accettano la loro omosessualità. La parola bi-curioso può anche essere usata per classificare qualcuno che è "Bi-passivo" (vedi oltre), "Bi-permissivo" oppure aperto ad indiretti rapporti bisessuali.
"Tri-sessuale" è sia una variante di "bisessuale" che un gioco di parole sempre collegato alla parola "bisessuale". Comunque, nel suo significato più serio, indica persone attratte da uomini, donne e transgender (cioè da transessuali). Ironicamente, indica persone interessate a "tutte" le possibili esperienze sessuali.
"Bifobia" (en:Biphobia) indica la paura o il rifiuto della bisessualità, in base alla convinzione che solo l'eterosessualità e l'omosessualità siano "reali" orientamenti sessuali e corretti stili di vita. I bisessuali possono anche essere l'obiettivo di "omofobia (en:homofobia) da parte di coloro che considerano soltanto l'eterossessualità come appropriato orientamento sessuale. Al contrario, alcuni bisessuali possono essere oggetto di critiche sia da parte di coloro che hanno atteggiamenti "eterofobi" (en:eterophobia), sia da una parte della comunità gay.
"BI-passivo" descrive una persona eterosessuale o "bi-curiosa" che è "aperta" a contatti sia "casuali" che intenzionali, contatti che spesso si realizzano durante sesso di gruppo (en:Group sex) con persone dello stesso sesso, solitamente in modo passivo.
"Bi-attivo" (en:Actively-bi) descrive una persona "bi-curiosa" o bisessuale che "inizia" a stabilire un contatto diretto con persone dello stesso sesso.


La bisessualità nella storia
La considerazione sociale della bisessualità nel corso della storia e presso le varie civiltà è stata molto varia. Relativamente alla cultura occidentale si è andata dall'apprezzamento del mondo greco, quando esercitata secondo precisi canoni, alla assoluta condanna della tradizione giudaico cristiana che riteneva comunque inaccettabili rapporti sessuali fra individui dello stesso sesso. Queste relazioni erano generalmente strutturate in base a classi di età (come nella pratica della pederastia nel bacino mediterraneo dell'antichità classica o la pratica dello "Shudo" nel Giappone premoderno, o strutturato in base al genere (come nella tradizione noradamericana dei "Due Spiriti" o nelle pratiche "bacchá" dell'Asia centrale).
Molto più recentemente, nel quadro della laicizzazione o secolarizzazione del mondo occidentale, ha cominciato a svilupparsi un consistente movimento di opinione che la considera una condotta sessuale accettabile e naturale tanto quanto la condotta eterosessuale (od omosessuale).

Comunque, dovrebbe essere notato che i termini eterosessuale, bisessuale, omosessuale, e il concetto di orientamento sessuale sono di per se stessi modelli sociologici, e possono non essere appropriati nei contesti storiografici, nei quali potrebbero essere considerati omosessuali, ma le persone non erano etichettate usando questi termini.

Alla scontata opposizione verso la bisessualità delle morali tradizionali si è aggiunta, almeno in alcuni casi, una forte opposizione di molti gruppi omosessuali. Alcuni settori addiritura negano il concetto di bisessualità. Ciò ha portato alcuni sostenitori del movimento bisessuale a parlare di bifobia, intesa come avversione alla bisessualità, quale equivalente, specialmente in determinati settori gay, dell'omofobia. La bisessualità è oggi molto lungi dal ricoprire l'importanza sociale avuta nel mondo antico.



Antichità greca
Sia nella società greca che in quella romana il fatto di provare attrazione per le persone dello stesso sesso non era, di per sé, considerata deplorevole. Ma al contrario di quanto è stato talvolta sostenuto, questo non significava affatto una piena accettazione dell'omosessualità o l'esistenza di una sessualità libera. Nel mondo antico, ove potenza demografica significava potenza militare e quindi politica, relazioni fra persone dello stesso sesso potevano essere accettate solo all'interno di un comportamento bisessuale. Ovvero, per quanto di per se non vi fosse nulla di condannabile nell'attrazione verso persone dello stesso sesso, ciò poteva realizzarsi solo dopo che un cittadino adulto, sia greco che romano, avesse assolto ai doveri nei confronti dello stato. Fra questi ovviamente figuravano al primo posto unirsi in matrimonio, generare figli e rispettare le leggi e convenzioni sociali sulla famiglia considerata l'architrave della società. Qualsiasi comportamento che minasse questo principio era assolutamente condannato. Ulteriori limitazioni derivavano poi dalle convenzioni o dalle leggi che regolavano i rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. Sulle modalità nelle quali tale rapporto poteva realizzarsi il mondo greco e quello romano differivano profondamente. Anzi anche nel corso della storia greca tali modalità cambiarono notevolmente. Bisogna per altro premettere che le informazioni storiche di cui disponiamo riguardano quasi esclusivamente la bisessualità maschile.

La bisessualità femminile in Grecia, era sicuramente praticata e meno soggetta a regolazioni. Ciò a causa del ruolo sociale assolutamente subalterno che la cultura dominante assegnava alla donna. Proprio a causa della marginalizzazione sociale della donna greca, almeno per quanto riguarda la sfera pubblica, possiamo dire che con Saffo finisce la tradizione letteraria dell'amore fra donne. Dopo di lei non rimarranno tracce evidenti nella cultura tramandata e sappiamo quindi ben poco sull'argomento. Il primo modello di relazione bisessuale tramandatoci è quello manifestato dagli eroi omerici. Il rapporto fra uomini è, secondo una felice definizione di H. I. Marrou, una "omosessualità miltare" la cui essenza consiste in un cameratismo fra guerrieri. Il rapporto fra Achille e Patroclo è stato in questo senso ritenuto paradigmatico. Anche dopo che questo modello fu abbandonato, almeno secondo la morale ufficiale, esso ha continuato a essere ben presente anche nella cultura greca posteriore. Non a caso uno dei drammi perduti di Sofocle si intitolava "Achilleos Erastai", gli amanti di Achille. Le stesse fonti omeriche chiariscono per altro come mai questo tipo di rapporto potesse ridursi a esclusiva relazione omosessuale. Indicativo in questo senso è il tipo di rimprovero che Teti, madre di Achille, rivolge al figlio per la sua la relazione con Patroclo. Non biasima l'eroe perché porta avanti una relazione immorale ma perché questa relazione sta ritardando il dovere naturale cui neppure il semidio può sfuggire, cioè sposarsi e generare una discendenza. En passant si deve osservare come legami di tipo omosessuale fra guerrieri fossero comuni anche presso altre culture come quella celtica. Il quadro per noi meglio conosciuto, quello della Grecia cittadina, risulta invece del tutto differente. Un uomo oltre che con le donne può avere delle relazioni omosessuali ma solo ed esclusivamente sotto forma di pederastia, cioè relazione di un adulto con un prepubere o un adolescente, secondo regole e ruoli assolutamente stringenti.



Non si tratta certamente di una relazione alla pari, al pais (fanciullo) è assegnato il ruolo passivo. Esso viene scelto con precise limitazioni di età, ad Atene era un fanciullo fra 12 e i 17 anni. Non solo era vietato scegliere un bambino di età inferiore ma neanche continuare nel ruolo passivo oltre i 17 anni era ritenuto accettabile. Probabilmente si voleva evitare una eccessiva femminizzazione dell'adolescente che avrebbe potuto prodursi non mettendo limiti temporali alla fine della relazione stessa. All'interno di tali regole la relazione non è solo tollerata ma diviene socialmente apprezzabile in quanto ritenuta formativa educativa per l'adolescente. Oltre l'adolescenza era possibile ricoprire solo un ruolo attivo, quindi in primo luogo relazioni femminili e con un altri fanciulli secondo le regole di cui sopra. L'omosessualità esclusiva era biasimata socialmente quando si trattava del ruolo attivo o addirittura punita per un adulto che accettasse un ruolo passivo.

A Sparta, una legge molto antica ordinava che tutti gli uomini adulti avessero una relazione con un adolescente, fino a che quest'ultimo non si fosse sposato e avesse avuto dei figli. Gli Spartani pensavano che relazioni, sia affettive che sessuali, tra uomini adulti e ragazzi avrebbero rafforzato la lealtà in combattimento e favorito i comportamenti coraggiosi da parte di coloro che volevano impressionare i propri amati. Quando i giovani soldati raggiungevano la maturità, la relazione sarebbe dovuta diventare prettamente affettiva, ma non è chiaro quanto frequentemente ciò avvenisse. Alcuni giovani erano infatti accusati di continuare la relazione con il proprio uomo anche durante l'età adulta.

I testi sacri greci, riflettendo alcune abitudini culturali, parlavano di relazioni bisessuali. L'argomento poteva essere affrontato sia sotto il profilo mistico che didattico.



La bisessualità a Roma

Del tutto differente è il contesto romano. La massima virtù era la virilità che era però intesa anche, se non pricipalmente, come sottomissione sessuale. Era pertanto applicabile solo ai soggetti "inferiori", alla donna, moglie concubina o prostituta che fosse, ed in generale a chi si trovasse in situazione di schiavitù indipendentemente dal sesso. Viceversa era del tutto esclusa la possibilità per un cittadino romano libero di avere un ruolo passivo. Sarebbe stata in stridente contraddizione con l'ideologia del civis romanus come dominatore assoluto. Non avendo quindi nessuna valenza educativa, ma anzi essendo una dimostrazione di predominio, non poteva avere senso una relazione pederastica come quella greca, almeno verso un fanciullo libero. Al contrario, fin dalla più tenera infanzia il romano era educato a sottomettere gli altri, anche sessualmente, e a non piegarsi mai. La passività sessuale non poteva essere tollerata, neppure temporaneamente come nel modello ellenico. La cosi detta "lex Scatinia" (149 a.c.) punisce esplicitamente lo "stuprum cum puero" (si intende sempre un puer libero).

Il tutto può lapidariamente riassumersi nella frase che Seneca nelle Controversie fa pronunciare all'avvocato di un liberto, cioè uno schiavo liberato, criticato per avere una relazione col suo ex padrone: "la passività sessuale (impudicitia) è un crimine per un uomo libero, una necessità per uno schiavo, un dovere per un liberto". D'altra parte per un greco il rapporto sessuale con uno schiavo sarebbe stato, almeno secondo l'ideologia ufficiale, completamente privo di contenuti alti; si sarebbe trattato di meschino soddisfacimento degli istinti sessuali. A prescindere dal fatto che, specialmente in età imperiale, i comportamenti pratici si allontanassero non poco da quelli che avrebbero dovuto essere, l'indirizzo tradizionale, almeno ufficialmente, non fu mai messo in discussione e quindi la passività mai ritenuta socialmente accettabile in un uomo libero. L'elemento unificante che consente di affermare che tanto la greca che la romana furono culture bisessuali è il fatto che l'opposizione nei comportamenti sessuali non fu mai, principalmente, fra eterosessualità ed omosessualità ma fra attività e passività sessuale. Il che è una differenza sostanziale rispetto alle società occidentali successive fra cui la attuale. Progressivamente, grazie anche all'affermarsi del cristianesimo, la repressione di ogni comportamento omosessuale si farà totale.



Culture Mediorentali

In Medio Oriente l'omosessualità era diffusa; alcune fonti la descrivono come "molto frequente". Era anche un leit-motiv celebrato da celebri artisti, dal Medioevo fino al XIX secolo, come il famoso poeta Abu Nuwas e il pittore persiano Reza Abbasi. Ancora oggi, nel Corano esistono divieti contro comportamenti omosessuali manifestati in pubblico (mentre l'attrazione è consentita) e sono previste pene severe per i colpevoli, fino ad arrivare alla pena di morte in alcune nazioni.

Comunque, il Corano prescrive che quattro uomini oppure otto donne testimonino sulla avvenuta "trasgressione" per condannare i colpevoli. Quindi, mentre i comportamenti omosessuali erano diffusi, gli uomini non avevano grandi problemi riguardo a ciò nel periodo in cui fossero stati sposati, avessero messo su famiglia e adempiuto ad altri obblighi sociali. Esiste comunque qualcosa che rimane "segreto", una esplicita ammissione della propria omosessualità sarebbe inaccettabile. In questo modo, la bisessualità nel mondo Arabo e nell'Impero Persiano assomiglia alla cultura prevalente in alcune comunità afroamericane e latine.

Oggi: diffusione della bisessualità nel mondo occidentale
Alcuni sondaggi indicano che una percentuale di popolazione compresa tra il 2 e il 6 % è bisessuale, ma esistono ancora difficoltà metodologiche riguardo alla casualità e all'ampiezza del campione preso in esame, ma anche riguardo all'accuratezza con cui gli intervistati descrivono la propria condizione. Differenti studi usano anche diverse "scale di misurazione": alcune ricerche ignorano del tutto comportamenti omosessuali oppure li separano nelle componenti eterosessuale ed omosessuale.

I risultati proposti divergono sulla individuazione di aree geografiche o nazioni nelle quali l'omosessualità sia più diffusa della bisessualità (del termine bisessualità, come abbiamo visto, le definizioni sono diverse). Rapporti "non ufficiali", che vanno dunque presi con le molle, evidenziano come, nelle aree al di fuori del mondo occidentale, la bisessualità sia maggiormente diffusa dell'omosessualità.

Alcuni studi, tra cui ricordiamo quelli di Alfred Kinsey come "Il comportamento sessuale nel maschio umano" del 1948, e "Il comportamento sessuale nella femmina umana", del 1953, indicano che la maggioranza delle persone esaminate sia, come minimo, in una certa misura bisessuale. Molti dei soggetti esaminati provano una certa attrazione per persone dello stesso sesso, sebbene provino una più forte attrazione verso persone dell'altro sesso. Secondo altri studi (erroneamente attribuiti a Kinsey), solo il 5 - 10 % della popolazione può essere considerato esclusivamente eterosessuale o omosessuale. D'altra parte, una percentuale anche più piccola non ha specifiche preferenze verso uomini o donne.


Studi sulla bisessualità

Nonostante sia sempre stata presente nel corso della civiltà umana, la bisessualità è stata fatta oggetto di studi scientifici seri solamente dalla seconda metà del ventesimo secolo. Rimangono comunque molte interpretazioni assai discordi riguardo la sua natura. Per alcuni il termine esprime un contrasto con l'omosessualità e l'eterosessualità, mentre per altri esprime una posizione intermedia fra i due estremi. In particolare Alfred Kinsey nella sua opera più nota, “Il comportamento sessuale nel maschio umano”, scrive:“Il mondo non è diviso in pecore e capre. Non tutte le cose sono bianche o nere. È fondamentale nella tassonomia che la natura raramente ha a che fare con categorie discrete. Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto. Prima apprenderemo questo a proposito del comportamento sessuale umano, prima arriveremo ad una profonda comprensione delle realtà del sesso”. Come è evidente il nucleo centrale del pensiero di Kinsey sta nella parola chiave continuum. Ovvero la sessualità umana non è una variabile discreta che può assumere solo i valori eterosessuale-omosessuale. Tenendo ferme queste premesse Kinsey ritenne comunque utile proporre una scala tassonomica:

Esclusivamente eterosessuale
Prevalentemente eterosessuale, solo occasionalmente omosessuale
Prevalentemente eterosessuale, ma più che incidentalmente omosessuale
In misura eguale etero/omosessuale
Prevalentemente omosessuale ma più che occasionalmente eterosessuale
Prevalentemente omosessuale, solo incidentalmente eterosessuale
Esclusivamente omosessuale
Tale approccio non esaurisce completamente la complessità dell'orientamento sessuale. Viene ad esempio lasciato fuori dalla definizione il fattore temporale. Col tempo molte persone modificano il loro orientamento sessuale. Ciò è particolarmente vero per molti bisessuali, gay o lesbiche e sebbene in misura minore per molti eterosessuali. Non è affatto detto che il punto in cui si trova oggi una persona sia lo stesso che aveva nel passato o che avrà nel futuro.

Bisessualità e società

Il tema della bisessualità è difficile da trattare per diversi motivi: esistono stereotipi dettati, come nel caso dell'omosessualità, da forti condizionamenti culturali contrari che potremmo definire “bifobia”, in analogia col termine “omofobia”.

La bisessualità è meno presente nell'opinione comune rispetto all'omosessualità. Ciò deriva dal fatto che solitamente il bisessuale non è identificabile, nella realtà o solo nello stereotipo, con quelli che sono considerati i tipici comportamenti o cliché omosessuali (come l'effeminatezza nei maschi). Di conseguenza la persona bisessuale non si discosta significativamente dallo stereotipo maschile o femminile corrente. In altre parole, per il senso comune, il bisessuale semplicemente "non esiste" o non appare. Ciò ha avuto come effetto sul piano sociale che solo negli ultimi decenni, in particolare negli Stati Uniti, la bisessualità sia risultata visibile a livello pubblico. Anche per conseguenza di tale scarsa visibiltà a livello di opinione pubblica il comportamento bisessuale tende, presso alcuni, ad essere assimilato con la tendenza eterosessuale tout court, l'uomo che ha rapporti sessuali con uomini come partner attivo e con donne rientra comunque nella categoria del "maschio". Presso altri è viceversa considerata una finzione, un camuffamento adottato per sfuggire alla disapprovazione sociale che in vasti strati dell'opinione pubblica circonda l'omosessualità. Un detto della cultura gay recita: Bi now, gay later (Bisessuale oggi, gay domani).

Come conseguenza, la persona bisessuale rischia un doppio ostracismo, tanto da parte dell'ambiente eterosessuale quanto da quello omosessuale, che non lo riconoscono pienamente in quanto tale o lo giudicano un omosessuale “mascherato”.
I bisessuali sono talvolta stati accusati della diffusione dell'AIDS e di altre malattie veneree.

Dato che molti individui bisessuali non si sentono di appartenere nè al movimento gay nè al mondo eterosessuale, e tendono a mimetizzarsi in queste categorie, è stata creata negli anni una comunità bisessuale, fatta di una propria cultura e movimenti politici specifici. Così come la comunità gay si è data come simbolo la bandiera arcobaleno, esiste anche la bandiera dell'orgoglio bisessuale.


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