veronica1980, 19/02/2008 17.44:
io voglio esser ripresa..
Solo se mostri tette e culo però, mia adorabile borghesuccia.
Sto solo scherzando, ma ti dico la mia.
Io comunque sono un po' stupit*. Cioè, Veronica, qual è il problema? Possibile che ti spaventino un po' di tette e culi? O che ti facciano venire il mal di stomaco? Ma dai. Il bello del gay pride è proprio quello, dimostrare che un altro mondo è possibile. Il Gay Pride dimostra che finalmente, una volta all'anno, ognuno è veramente libero di essere e non di dover essere. Certo, dovremmo fare in modo che questo avvenisse 365 giorni all'anno, ma intanto lo si rivendica quel giorno lì. A fronte delle critiche, considera innanzitutto i colori della festa. Poi l'atmosfera gioiosa. Pensa a quanti eterosessuali partecipano per divertirsi e passare una giornata allegra, e pensa a quanti bambini si portano dietro. Proprio perché è una festa minacciosa solo per gente che è abituata ad un mondo violento in cui, se non c'è qualcuno che sventra una vetrina con un cassonetto o distrugge le auto, si vede perduta. Oggi ho accompagnato mia moglie in ospedale per la mammografia. Fra tante donne "normali" come le chiami tu, ce n'era una di una certa età con una minigonna vertiginosa, piena di gingilli, braccialettini e collanine. I capelli poi erano sparati e colorati. Mia moglie ovviamente mi ha detto che era patetica e faceva pena. Per me era una tipica "gay pride woman", probabilmente non gliene frega un cacchio de' gay e delle problematiche frocie, ma era una persona vera, autentica, con le sue pulsioni che tirava fuori con il suo abito. Dieci, cento, mille ce ne vorrebbero di donne così, altro che donne vestite normali come dici tu. Lo stesso vale per il Gay Pride, W la creatività! Ma perché devi temere così tanto la Libertà, la creatività, perché devi giudicare così quando vedi una donna od una trans con le tette di fuori? E se proprio t'infastidiscono girati dall'altra parte, non le hanno mica tutte di fuori, no?
E la storia ci viene in aiuto. Un precedente del gay pride si ebbe nella Firenze rinascimentale, quando il Savonarola tuonava che i froci dovevano essere bruciati al rogo. Centinaia di froci fiorentini si riversarono in piazza per protestare. E fecero bene. Proprio quello che succede oggi quando altri Savonarola tuonano che i froci sono una casta a cui vanno negati alcuni diritti. Ebbene, si scende in piazza e si protesta. E lo si fa gioiosamente, con la forza della nostra creatività, de' nostri colori, anche delle nostre nudità se ci va di farlo.
Quanto ai cameramen, mi sembra ovvio. E' esattamente quello che accadde con il cosiddetto popolo di Seattle. Solo che a quel tempo fu fatto consapevolmente per raggiungere un certo obiettivo, nel nostro caso invece viene fatto per screditarci, ma ce ne freghiamo. Come diceva Debord, si vive nella società dello spettacolo, in cui si cerca di spettacolarizzare ogni cosa. Nel caso de' no global si cercava un certo peso mediatico, una grande rilevanza per la televisione per essere conosciuti in tutto il mondo. Come si raggiunse questo obiettivo? Helena Velena lo spiega nel suo interessante "Il popolo di Seattle":
"Una sorta di strana leggenda metropolitana sussurra che i cameramen e i cronisti di ABC e CNN siano stati effettivamente invitati davanti alla vetrina di un Mc Donalds e a quella di uno Starbucks, per assistere e filmare lo sfondamento delle stesse coi bidoni della spazzatura.
Non risponderemo se la cosa è vera o meno, le leggende non si sfatano, soprattutto se i risultati sono stati così importanti. Fatto è che anche i pacifisti ad oltranza, anche i gruppi moderati presenti hanno dovuto ammettere che senza quelle riprese, senza quei filmati di "violenza, caos e distruzione", pur nella loro banale e simbolica minimalità, che hanno fatto immediatamente il giro del mondo, il movimento anti globalizzazione presente a Seattle non avrebbe mai ottenuto il boost mediatico che ha avuto.
Il fatto è che di violenza in televisione ne vediamo tanta, anche da parte della polizia, nei telegiornali che ci mandano immagini da altri paesi del mondo. Ma quel bidone contro la vetrina del Mc Donalds ha determinato la creazione di un valore iconico supremo:
un gesto di ribellione ad alto valore simbolico contro il capitale ad alto valore simbolico. Uno scontro tra simboli, e la versione in full motion della celebre foto del soldato che muore, in Vietnam, sotto alla scritta "WHY???".....
Non è il sottoproletariato che si ribella contro tutto ciò che gli sta intorno, non è l'esplosione di un ennesimo ghetto nero americano, non è la rabbia idiota distruttiva degli ultras inglesi e italiani.
Ma è appunto un atto iconico, ponderato, uno slow motion della mente che dura un'eternità e che fissa un momento preciso nella storia...
Quello che qualcosa è davvero cambiato e che la società dell'opulenza consumistica decide consapevolmente di colpire i simboli del degrado, dello svuotamento, dell'annihilimento delle menti, delle coscienze e perfino de' corpi".
Capisci? Il gay pride è in grado di giungere a tutto ciò senza il bisogno di una strategia massmediatica in cui si decide di distruggere qualcosa mentre passa una emittente televisiva importante, senza il bisogno della odiosissima - dal mio punto di vista - violenza. Il gay pride non è solo tette e culi, sappiamo tutti che anzi la maggior parte de' frocetti sono tutti vestiti per benino come dici tu, ma le telecamere insistono su quelle immagini - a tuo parere - volgari, e chi se ne frega aggiungo io, tanto meglio, nei gay pride noi rivendichiamo la nostra cultura FROCIA così come i negri rivendicano la loro cultura NEGRA ed i meridionali la loro cultura TERRONA, laddove si rivendicano e si risemantizzano degli epiteti infamanti, per cui i politici di AN possono benissimo insultarci con l'epiteto di "froci", noi rivendichiamo questa parola perché siamo froci e ne siamo orgogliosi perché essere froci vuol dire essere liberi.
Questo non è certo un invito a sfilare nuda al prossimo gay pride, ma a sfilare secondo la tua personalità e la tua identità, puoi andare benissimo vestita "normale" come dici tu, però cerca di guardare le altre persone con un approccio più rilassato. I Gay Pride non sono roba per pseudocomunisti alla Michele Serra che su La Repubblica criticava il gay pride a Gerusalemme dal momento che ci sono "questioni più importanti", certo sappiamo come ci ha trattati questa bella sinistra d'accatto in questi due miseri anni di governo.
Ecco, io la penso così. W la Libertà, W il Gay Pride, W la Felicità e il diritto di essere cittadini/e italiani/e come tutti/e gli(le altri/e, con gli stessi diritti. Perché a noi interessa lottare per una società di diritti in cui anche i froci possano sposarsi e adottare bambini/e per esempio. Ed il gay pride va proprio in questa direzione, al contrario della direzione che aveva preso il governo del cosiddetto centro sinistra.
Buona notte, è quasi l'una.