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SATURNO CONTRO

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    00 11/06/2007 17:36
    Critica di Gian Luigi Rondi (che per chi non lo sapesse è..uno dei più importanti critici italiani)

    Amori traditi che si mutano in dolori, sentimenti devastati dalla morte che rischiano di provocare gesti disperati. Attorno, però, delle amicizie che, pur in cifre spesso precarie, riescono a farsi solidali. Sono i temi, dopo Cuore sacro, affrontati da Ferzan Ozpetek in questo suo nuovo film che, per certi versi, potrebbe ricordare Le fate ignoranti. Anche qui un coro, ma con la possibilità di farvi emergere in mezzo figure e momenti che possono aspirare al primo piano. Antonio, per cominciare. Ha una posizione ottima in una banca, ha una moglie, Angelica, e due figli bambini. Un giorno, però, conosciuta un'altra donna, intreccia con lei un rapporto che, per onestà, non riesce a nascondere alla moglie. Provocando una crisi. In parallelo, un'altra figura in primo piano, quella di Davide, uno scrittore rinomato, che ha una relazione con un giovane di belle speranze, Lorenzo, con cui divide la casa e la vita. Il dramma esplode qui perché Lorenzo è colpito da un'improvvisa emorragia celebrale (omissis). Il dolore di Davide gli raduna attorno gli amici, altrettanto comprensivi nei confronti di Antonio e di Angelica cui forse la necessità di soccorrere Davide nel suo lutto farà ritrovare adesso l'unione di una volta. Non sempre, nel testo scritto come sempre da Ozpetek insieme con Gianni Romoli, tutti i personaggi di contorno hanno segni precisi, la regia, però, pur nell'ambito della coralità, mettendo fortemente gli accenti sui sentimenti feriti dei tre protagonisti, Antonio e Angelica da una parte, Davide dall'altra, riesce a trarne occasioni di emozioni sincere. Sia nel disegno di quella crisi coniugale che consente di dar rilievo a caratteri ben definiti, al centro di situazioni evocate con calore, sia nella rappresentazione del lutto di Davide che, pur sfiorando atteggiamenti estremi, nel clima di amicizia subito scaturito attorno sembra finir per trovare un'ombra di conforto. Con immagini nitide, rielaborate con attenzione figurative di gusto sicuro, e con un commento musicale ora tutto dolenti note romantiche, ora con echi dolci volutamente in contrasto. E con una interpretazione, in tutti, di solida efficacia. Antonio è, con mobilissima mimica, Stefano Accorsi, gli tiene testa, come Angelica, una intensissima Margherita Buy. Lo strazio del lutto lo esprime Pierfrancesco Favino, con tratti sempre incisi. Gli altri, di sfondo, da Isabella Ferrari a Serra Ylmaz, non sono da meno.
    Da Il Tempo, 21 febbraio 2007

    Raramente mi sono trovata tanto d'accordo con Rondi che di solito è più portato a stroncare film del genere (resta nella leggenda la sua stroncatura di Ricomincio da Tre di Troisi che lo invitò poi a vederlo insieme a casa sua e Rondi ne uscì completamente cambiato e benignamente sconvolto).

    Tutti bravissimi...Ennio Fantastichini che interpresta Sergio non è mai sopra le righe nella parte del gay un po' anzianotto che forse ha perso la speranza del grande amore ma che non risparmia un'ironia a tratti molto politicamente scorretta (uno su tutti il dialogo con Lunetta Savino, seconda moglie del padre di Lorenzo, compagno di Davide lo scrittore: "Ma anche lei è come loro?" "Addolorato?" "No...gay" "Ah no..io so' frocio!" "E non è la stessa cosa???" "Sì! Ma io sono all'antica!")
    Questa e altre battute tra il serio e il faceto rendono questo film davvero bello, emozionante (ho riso e pianto con gli amici di questo grande freddo all'italiana) e che può essere visto in una sorta di continuum de Le Fate Ignoranti, e che tratta del tema della separazione in modo autentico e senza fronzoli.
    E la bella sorpresa su tutti è sicuramente Ambra Angiolini assolutamente inedita e sincera e che resterà nel ricordo di ogni spettatore.

    Piccola nota: la cucina dove si svolgono gran parte delle scene corali è proprio quella di Ferzan Ozpetek!



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  • m@ite
    00 12/06/2007 08:39
    a me è piaciuto, l'ho trovato molto profondo nel descrivere l'amicizia come legame forte che si stringe attorno alla morte. Divina e inaspettata Ambra. Bravo Ozpetek, mi piace soprattutto il suo modo di rappresentare l'omosessualità, senza stereotipi ma anche senza falsi "perbenismi", mette alla luce la realtà così com'è me senza filtro( mi viene in mente la frase che viene rivolta da uno dei protagonisti all'ultimo entrato nel gruppo: " Zitto tu, ando' pijo pijo", schernedo la sua bisessualità...

    [Modificato da m@ite 12/06/2007 8.43]

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    00 30/09/2007 13:04
    Veramente un bel film