BisessualItalia Bisessualità e dintorni. Tutto ciò che gravità intorno ad un argomento ancora ignoto a molti

Film a tematica bisessuale/omosessuale/transessuale

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  • m@ite
    00 06/06/2007 11:58
    Quali sono i film che più vi sono piaciuti e che trattavano tematiche bisex, omosex e quant'altro?

  • m@ite
    00 06/06/2007 12:07
    Gioco di donna
    a me è piaciuto "Gioco di donna", soprattutto perchè Charlize Theron è di un sensuale che fa venire i brividi!

    Gioco di donna(2004)
    Gilda (Charlize Theron) e Guy (Stewart Townsend) dopo essersi fortuitamente conosciuti in Inghilterra, si ritrovano nella Parigi degli anni '30 dove lei conduce una vita da ricca bohemien. Assieme a loro vive anche Mia (Penelope Cruz), una ragazza spagnola fuggita dagli orrori della guerra civile che imperversa nel suo Paese. Gilda e Guy sono amanti, ma con loro c'è anche Mia che condivide con Gilda qualcosa di più di una tenera amicizia… In questo turbinio di sentimenti, la passione politica di Guy e Mia li porta ad andare a combattere in Spagna dalla parte dei repubblicani lasciando Gilda a Parigi incapace di rinunciare ai lussi a cui era abituata ma soprattutto incapace di credere in un ideale. L'avvento dei nazismo e l'occupazione di Parigi da parte dell'esercito tedesco, infine sconvolgerà l'esistenza di Gilda e Guy riservandoci un finale a sorpresa…

    [Modificato da m@ite 06/06/2007 12.16]

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    gerryff
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    00 07/06/2007 10:33
    Io vorrei parlare del film "Shortbus" presentato a Cannes ed uscito qualche mese fa in DVD con Panorama.

    Per chi non l'avesse visto riporto la recensione di FilmUp.com :

    "I bambini americani vanno a scuola con il tradizionale scuolabus giallo, ma alcuni di loro, quelli disabili, quelli con disturbi emotivi, con "esigenze speciali" insomma, ne prendono uno diverso, più corto (in quanto non sono così numerosi): lo "shortbus" appunto, che però è anche il nome dell'immaginario locale underground newyorchese che dà il titolo all'opera seconda del texano John Cameron Mitchell (ricordate l'attore/autore di "Hedwig- La diva con qualcosa in più"?).
    A frequentare l'affollatissimo saloon notturno in questione è un quantomai eterogeneo sottobosco di persone il cui comune denominatore è l'interesse ad incontrarsi più o meno quotidianamente per parlare d'arte, cultura, bere qualcosa con il sottofondo di una buona musica (Il fiore all'occhiello della pellicola, ascoltare per credere) e, last but not least, darsi pubblicamente al sesso più sfrenato senza limitazioni né inibizioni.
    Mitchell fa convergere in questa a dir poco stravagante cornice le vite infelici di sette personaggi in (disperata) cerca d'amore: le loro tribolate esperienze erotiche si alternano a intime confessioni nevrotiche e nel corale inseguimento di un orgasmo emotivo (e non solo) emergono frustrazioni, ambizioni, ossessioni e paranoie di ognuno.
    L'occhio dello spettatore vola con la macchina da presa da una casa all'altra per una New York stilizzata e cartoonesca, una città dalle mille luci ma anche dalle mille contraddizioni, una città in questo caso alle prese con un black out reale e metaforico, un buio inaspettato che però ha una valenza catartica, un pò come la consapevolezza che l'11 settembre ha ormai per sempre cancellato il proverbiale ottimismo stars and stripes."

    A parte le scene di sesso esplicito che hanno contribuito ad abbattere le barriere tra film a carattere pornografico, erotico e quelli di altro genere, io ho trovato questo film molto complesso ed in alcuni passaggi credo di non averlo molto compreso.
    Il tema della bisessualità lo si puo' riscontrare nel personaggio della sessuologa di origine asiatica, che infatti nelle ultime scene si lascia andare ad effusioni con una coppia.
    Per quanto riguarda invece i due gay che attraversano una "crisi di maturazione della coppia" per cui hanno la necessità di coinvolgere un altro uomo nel loro rapporto .... be devo essere sincero non ci ho capito niente. [SM=x1248937]
    Credo pero' il film sia incentrato su una sorta di "alienazione" degli abitanti di New York (o almeno una parte di essi) successiva alla strage dell'11 settembre, e questa alienzazione viene quasi "sfogata" nel sesso.... un sesso pero' non vissuto pienamente (con l'anima almeno come lo intendo io) ma quasi come una sorta di liberazione di pesi e complessi portati dentro.

    [Modificato da gerryff 07/06/2007 10.33]



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    Colui al quale i pregiudizi correnti non suonano paradossali, non ha ancora sufficientemente riflettuto.
    (Friedrich Nietzsche)

    Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici.
    (Martin Luther King)

    Conosco molti furfanti che non fanno i moralisti, ma non conosco nessun moralista che non sia un furfante.
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  • m@ite
    00 08/06/2007 07:58
    Tre di cuori (1992)
    Un paio di settimane fa l'ho visto in tv...carino, ma non ho visto il finale perchè mi sono addormentata!


    L'infermiera di origini polacche, Connie, "lasciata" dall'amica Ellen nel momento in cui voleva presentarla ufficialmente al matrimonio della sorella, dovendo sostituirla in extremis, decide di ricorrere ad un accompagnatore professionista, Joe Casella. Costui, che intrattiene signore vogliose, procurate dal manager Mickey, ha un rapporto teso con Harvey, un individuo uscito di galera e convinto che sia stato proprio lui, trovando l'appartamento devastato, viene ospitato da Connie. Tra i due nasce un'amicizia, e Connie suggerisce a Joe di conquistare Ellen, e poi deluderla per costringerla a ritornare da lei, Joe si iscrive al corso di letteratura tenuto da Ellen, e malgrado qualche scaramuccia iniziale riesce a far breccia nel suo cuore. Dopo una serenata a teatro in cui incontrano Connie, che li ha seguiti di nascosto, seguita da una notte appassionata, Joe si accorge di non poter vivere senza Ellen e manifesta all'irato Mickey il proposito di smettere con la sua poco nobile professione. Confidatosi anche con Connie costei si adira: ecco irrompere gli scagnozzi di Harvey, che lo malmenano. Ricoverato in ospedale, qui accorre ansiosa Ellen: disperata, Connie le rivela il piano escogitato per riconquistarla, e Joe, a malincuore, deve ammettere la verità. Disperata e delusa, Ellen lascia l'ospedale e Joe la insegue...
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    kiaroz
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    00 08/06/2007 12:30
    Re: Tre di cuori (1992)

    Scritto da: m@ite 08/06/2007 7.58
    Un paio di settimane fa l'ho visto in tv...carino, ma non ho visto il finale perchè mi sono addormentata!




    Io l’ho registrato (quando ho letto la recensione tv)... ma non ho ancora avuto tempo di vederlo... (anche se la critica non ne dice meraviglie...)
    Te lo racconterò!! [SM=x1248831]


    "La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre." (A. Einstein)

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    kiaroz
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    00 08/06/2007 12:39
    Qualche settimana fa in tv hanno riproposto anche “Monster”, con Charlize Teeron... http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=34884
    Anche questo l’ho registrato... e prima o poi lo guarderò... [SM=g27829]
    Bene, vedo che il tema comincia ad essere affrontato più di frequente in tv... [SM=g27827]:


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  • m@ite
    00 12/06/2007 08:51
    IL BAGNO TURCO

    Trama A Roma Francesco e Marta, marito e moglie, gestiscono insieme a Paolo, amico di vecchia data, uno studio che si occupa di ristrutturazione di interni. Un giorno Francesco, ricevuta dall'ambasciata di Turchia la notizia di avere ereditato un immobile da una certa zia Anita, parte per Istanbul e qui scopre che l'immobile è un hamam, cioè un bagno turco che la zia ha gestito per circa trenta anni. Entra in contatto con Osman, custode del bagno, e con la sua famiglia: la moglie, la figlia Fusun, il figlio Mehmet, che lo ospitano con grande calore. Deciso in un primo momento a vendere per tornare subito a casa, Francesco a poco a poco cambia idea, si appassiona all'edificio e decide di rimetterlo in uso. Passa del tempo e Marta, che ha una relazione con Paolo, arriva a sua volta ad Istanbul per chiarire la situazione. Dopo alcuni alterchi col marito, una sera lo sorprende nell'hamam in atteggiamento affettuoso col giovane Mehmet. Il giorno dopo i due hanno una brusca spiegazione al termine della quale Marta, irata e sconvolta, decide di tornare in Italia. Ma, mentre sta per andare all'eroporto, arriva la notizia che Francesco è stato accoltellato a morte dai sicari della ditta di costruzioni che avrebbero voluto acquistare l'hamam per specularci sopra. Allora Marta decide di restare ad Istanbul per continuare l'opera del marito.

    E' il film d'esordio di Ozpetek, l'ho visto un paio di sere fa e l'ho trovato...affascinante. Mi è piaciuta la magia di Istanbul, quella forza segreta che alcune città hanno di sedurre, ammaliare e catturare per sempre. Nelle lettere della zia si sente proprio questo grande sentimento che la unisce alla città, a quel luogo che l'ha attratta a sè e non l'ha più lasciata tornare indietro...
    La relazione tra il protagonista e il giovane turco inizia avvolta nei vapori disinibitori di un hamam, luogo in cui i costumi si rilassano. La particolare atmosfera di Istambul aiuta Francesco a trovare se stesso, la sua pace interiore...e anche la moglie,inaspettatamente, troverà la sua.

    [Modificato da m@ite 12/06/2007 8.53]

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    gerryff
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    00 12/06/2007 09:53
    Re: IL BAGNO TURCO

    Scritto da: m@ite 12/06/2007 8.51

    []




    Il Bagno Turco è bellissimo !!!!
    A me piace anche la colonna sonora .... se non erro Istanbul Uyurken dei Trascendental


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  • AresV
    00 12/06/2007 10:47
    Priscilla - La regina del deserto

    Trama:
    Tre eccentrici travestiti si esibiscono nei locali di Sidney. In occasione di una tournèe ad Alice Springs, i tre affittano un pulman rosa che chiamano "Priscilla", ma a causa di un guasto sono costretti a fermarsi in una località sperduta dove un simpatico meccanico dopo aver riparato il danno si aggiunge alla comitiva.

    Mia Recensione:
    Sono veramente rimasto entusiasta di averlo visto,esilarante ma ricco di messaggi nascosti e non ,legati al mondo dei transessuali,il film mostra come forse devono essere coloro ,che non accettano perchè soprattutto non conoscono o conoscono per bocca di altri il mondo dei transessuli, a fare il primo passo di apertura e "di sostegno" in modo da non spingerli ad emarginarsi.
    Trovo stupenda e ricca di significati chiave, l'apertura da parte del figlio di uno dei protagonisti,che non solo chiede al padre di essere se stesso ma addirittura gli mostra non poca ammirazionie per la sua scelta.
    Tecnicamente parlando va sottolineata l' immensa,perfetta,impressionante interpretazione di Terence Stamp, sono rimasto impressionato senza parole non posso che descriverlo con le tre parole usate prima.
    Divertenti e bravi anche Hugo Weaving e Guy Pearce.
    Altra cosa stupenda sono stati i costumi (forse hanno ricevuto anche un oscar Fonte:Gioia non verifico ,mi fido) specialmente quelli indossati nel finale.
    La colonna sono è piena di capolavori su tutti : 'Mamma mia' degli Abba , 'I will survive' della Gaynor , 'Go west' dei village people.
    In definitiva un film molto ben fatto e ricco di significati sociali legati al rispetto di coloro che la società condanna al gettizzarsi,che non rispetta,limitandone i diritti ,quindi un film molto attuale per i contenuti, e probabilmente uno dei messaggi che potrebbe aiutare specialmente in questo periodo di Gay Pride è che i loro costumi sono molto appariscenti,il loro modo d'essere lo è e non credo non è possibile che qualcuno possa sentirsi offeso dal loro modo d'essere probabilmente sono spaventati/invdiosi del fatto che qualcuno a questo mondo non si fa standardizzare nel comportamento e nel modo di pensare e si comporta per ciò che è , per ciò che vuole per la sua vita e chiede solo di essere libero di farlo,libero di ottenere gli stessi diritti di tutti.
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    gerryff
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    00 19/06/2007 12:28
    Go Fish - Segui il Pesce


    Recensione:"Film all'apparenza amatoriale ma ricco di dialoghi accattivanti e divertenti. Parla di incontri, rapporti, pettegolezzi e scontri di un gruppo di amiche lesbiche, tra cui emergono Max (Turner, autrice anche della sceneggiatura), carina ma frustrata dalla mancanza di una storia d'amore, e Ely (V.S. Brodie), goffa e infelice per un rapporto precedente: con l'aiuto delle altre, riusciranno a mettersi insieme. Una sincera commedia omosessuale dove tutto gravita attorno all'amore, indagato con allegria e tenerezza, senza retorica e senza falsi pudori (irresistibile il "convegno" sulla definizione del sesso femminile). La regia, sensibile alla fisicità delle immagini, resta immune da qualsiasi insolente voyeurismo. Sembra un "racconto morale" alla Rohmer in chiave rigorosamente lesbica, dove la coscienza di essere omosessuale lascia presto il posto alla coscienza di essere tout court. Il titolo originale vuol dire in gergo "andare a donne"."

    A me è piacuto molto, soprattutto la fotografia (in bianco e nero).
    I personaggi mi hanno soprattutto ispirato molta dolcezza e i legami di amicizia che mostravano mi davano l'idea di un saldo legame da vera "famiglia allargata".
    Non sono un "esperto" di stereotipi sulle lesbiche ma sono convinto che questo film ne sia immune o quanto meno tende a rappresentare come "anormali" chi invece li manifesta.


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  • m@ite
    00 25/06/2007 16:31
    la mala educación
    di Pedro Almodóvar
    Trama: Enrique Goded non ha ancora trent'anni ma è già un regista di successo. Un giorno, mentre cerca sui giornali qualche spunto interessante per la sceneggiatura del prossimo film, nel suo ufficio si presenta Ignacio Rodríguez. I due erano amici quando, da bambini, studiavano in un collegio cattolico. Erano più che amici: insieme hanno scoperto l'amore, il cinema, e la paura...
    Ignacio oggi fa l'attore, ed è andato da Enrique in cerca di lavoro. Gli ha portato anche il suo ultimo racconto, fortemente ispirato alla loro vita in collegio. Leggendolo, Enrique si ritrova di nuovo bambino, innamorato di Ignacio e testimone delle sevizie che quest'ultimo subisce da Padre Manolo. E capisce che quel racconto è il soggetto perfetto per la sua prossima pellicola...
  • AresV
    00 25/06/2007 17:34
    Gonne al bivio
    'Una commedia di disorientamento sessuale', così è sottotitolato questo coloratissimo film che narra la storia di Megan, ragazza pon-pon e fidanzata del capitano della squadra di football. Incredibilmente Megan viene sospettata di lesbismo (è vegetariana e ascolta Melissa Etheridge) e spedita al centro True Directions dove malcapitati ragazzi e ragazze vengono 'guariti' dall'omosessualità sotto la guida di un virilissimo RuPaul versione macho. Megan sa di non essere lesbica ma incontra Graham (Clea DuVall, Ragazze Interrotte), maschiaccio ribelle moolto carina e . . .

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    gerryff
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    00 24/08/2007 12:46
    Ci siamo scordati di un Cult .......


    Recensione presa da Qui :

    "Immerse nel rosso cupo di una pioggia di foglie d'autunno, le strade di Philadelphia sono un vivo scenario in cui si muovono le persone comuni, con le loro storie: Andrew Beckett è un uomo come altri, la sua vita è scandita da successi e preoccupazioni: è un giovane e brillante avvocato stimato dai suoi capi e dai colleghi del potente studio legale di cui fa parte, divide la sua vita con Miguel Alvarez, il suo compagno, ha una famiglia che lo adora ed è sieropositivo. Nonostante si renda conto che un giorno il virus prenderà il sopravvento, Andy ha tanta voglia di vivere e lo fa con il massimo impegno ed ottimismo e cercando di costruire comunque un avvenire. La sua vita non differisce tanto da quella di chi -nelle sue condizioni- trova il coraggio di vivere, ma prende una direzione diversa nel momento in cui si manifesta l'AIDS e il suo mondo si divide in due. La famiglia e il compagno continuano a stargli vicino, ma nello studio legale in cui lavora, il suo ruolo di stimato professionista in attesa di entrare a far parte della società è stroncato da un boicottaggio che vorrebbe giustificare un licenziamento per incompetenza e dietro il quale si cela un muro di pregiudizi.

    Andy sceglie di battersi da solo, di portare avanti la sua battaglia personale, di abbattere almeno un pezzo del muro che si è trovato davanti, con le poche forze che gli sono rimaste: parecchie porte di studi legali gli si chiudono in faccia tra cui quella dell'avvocato Joe Miller che inizialmente rifiuta di accettare il suo caso, per paura di affrontare uno studio legale potente, per timore di essere contagiato e perchè non sopporta gli omosessuali. Joe Miller nel contesto del film rappresenta, generalizzando, il grande pubblico: è un bravo avvocato, un marito affettuoso ed un padre premuroso, ma come molti, e senza neppure rendersene conto, vede la vita in un'unica direzione: l'universo omosessuale per lui è sempre stato - per sentito dire - popolato da uomini affamati di altri uomini, che amano vestirsi da donna. Joe Miller non sa neppure come si trasmetta il virus dell'AIDS: si preoccupa che Andrew gli stringa la mano o gli tocchi gli oggetti sulla sua scrivania. Paradossalmente Joe Miller, al contrario di Andrew Beckett, ha paura di vivere, andare avanti ed affermarsi come avvocato. Il pubblico istintivamente riconosce in quest'uomo i propri timori e la propria diffidenza verso un mondo totalmente sconosciuto e diffamato da decenni di ignoranza.

    Le strade di Joe ed Andy si incroceranno ancora in una sala lettura della biblioteca dell'università della Pennsylvania ed insieme, socialmente così piccoli, affronteranno in tribunale lo studio legale di Andy, la società intera e i media; allo stesso tempo Andy affronterà il suo viaggio verso la morte e Joe intraprenderà un viaggio in cui scoprirà che esistono altri mondi oltre al suo, altre realtà oltre la sua confortevole casa e l'amore della sua piccola famiglia. Durante una festa data da Andy per salutare e celebrare la vita che gli sfugge di mano, Joe in silenzio, si rende conto che la diversità del mondo omosessuale è sita principalmente nella sua cultura: la comunità omosessuale ha una propria cultura, un suo modo di comunicare ed esprimersi, a volte rabbioso e polemico, altre colorato e ironico; "Sei sopravvissuto al tuo primo party gay" gli dice Andy, a conclusione del party, ma Joe pur essendo "sopravvissuto" non riesce a scrollarsi di dosso l'inferno del male di Andrew, la cui viralità non è solo fisica, ma psicologica ed emotiva, attorno al suo cliente sembra esserci solo il silenzio della sua morte sociale e la disperazione dei suoi cari: "porto sventura a chi bene mi vuole", Andy lascia che sia una delle più grandi icone gay, Maria Callas nell'Andrea Chenier a spiegare il suo stato d'animo a Joe, in uno dei momenti più belli ed intensi di questo film. In seguito durante il processo, che parte con gli stessi clamori di una vera battaglia, ingigantita dai media e dalla società divisa in due, nel confronto tra Andy e i suoi capi, i pregiudizi sembrano perdere spessore, si sgretolano sotto gli occhi di tutti sulle loro basi inesistenti e man mano che il processo va avanti, nessuno di quelli che avevano escluso Andy dalla società, sembra essere davvero convinto delle cose che sostiene, in cuor loro sanno benissimo che è tutta una mascherata che devono sostenere per poter tenere ancora i piedi ben saldi nella loro società, quella che va avanti restando indietro, la società di coloro che conoscono solo un unico aspetto della vita.
    "

    Aggiungo la mia opinione: oltre alla bravura degli attori, divinamente insuperabili, ritengo sia stato il primo film ad infrangere l'equazione gay=aids, e soprattutto quello che piu' di tutti ha presentato una coppia gay come delle persone normali, con lavori normali, affetti normali e vita normale.
    L'unica cosa che stravolge la vita della coppia è questo maledetto virus che sembra l'unico alleato di una cultura retrograda, superficiale e "cattiva" (credo sia la parola giusta) omofoba.
    [Modificato da gerryff 24/08/2007 12:48]


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    !NeveCheVola!
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    00 24/08/2007 13:02
    Vero film molto bello e Oscar a Tom Hanks davvero meritato.
    La scena cult resterà sempre quella in cui Hanks cerca di far "sentire" davvero la Callas quando canta la romanza della Traviata (se ricordo bene..o era la Madama Butterfly.. [SM=g27820] ); molto forte e commovente la passione che lui trasmette mentre recita le parole che lei canta.

    C'è da dire che oggi a distanza di molti anni sarebbe quasi fuori superata la tematica dell'omosessuale che tipicamente prende il virus mentre cerca incontri promiscui in un cinema gay.
    Ormai il virus non solo non fa più distinzione di razza, età, ceto sociale e collocazione geografica, ma si è ben espanso nella comunità eterosessuale soprattutto fra le donne.



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    cinque mari
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    I racconti del cuscino "Pillow book" Peter Greenaway
    Con i "Racconti del Cuscino" si inaugura una nuova stagione per il Cinema: possiamo considerarlo il prototipo delle future pellicole e delle pellicole del futuro. Riesce in questa impresa il regista de "I Misteri del Giardino di Compton House" con ardimenti e sperimentazioni paragonabili a quelli del "Napoleon" di Abel Gance (che abbiamo visto restaurato alla Rassegna di Massenzio per i novant'anni del Cinema), ricordando le prove cromatiche di Antonioni per il remake de "L'Aquila a due teste" dal titolo "Il Mistero di Oberwald", e ancora le costosissime tentazioni e realizzazioni tecnologiche di "One from the Heart" di Coppola che lo hanno portato al fallimento dei suoi Zoetrope Studios.

    "Pillow book" è il titolo in inglese (perché così si chiamano nei Paesi di lingua anglosassone i diari personali degli adolescenti ed anche dei più cresciuti) e "Note del Guanciale" si chiama il libro di Sei Shonagon che ha ispirato il film.

    Il testo letterario appartiene a quel tipo di letteratura giapponese che si ispira ai quaderni personali e segreti che buona parte delle persone istruite dalle parti del Sol Levante scriveva e continua a scrivere; ne abbiamo già visto la presenza in Tanizaki ("La Chiave", racconto, poi film di Brass) ma anche dalle parti di Mishima e poi Ozu e ancora Kurosawa.

    Se è vero, come dice l'onorevole zia della piccola Nagiko, che nella vita esistono soltanto due grandi piaceri, quello della carne e quello della letteratura, ebbene qui c'è pane per i giusti denti. Forse è per questo che la protagonista unisce perfettamente le due gioie: scrive letteratura sulla carne dei suoi amanti.
    Questa giovane modella giapponese, che ha ereditato la passione del tatuaggio fine (calligrafico, artistico) dal padre che è uno scrittore umiliato e offeso (seviziato!) dal suo editore, ordisce la sua trama vendicativa come per un editore meglio non si potrebbe. La sua rivincita è anche duplice quando fra lei e l'editore malvagio si aggiunge un giovane amante di entrambi.

    La bravura di Greenaway nell'affrontare un tema così "dermatologico" nonché "anatomopatologico" (ci riferiamo allo scuoiamento dell'amante bisex) consiste nel mantenere la bellezza orientale figurativa ispirata a Utamaro, Hokusai e Hiroshige, tre grandi disegnatori di temi erotici, raggiungendo eleganze estreme e rare precisioni cromatiche, con delicatezze espressive che accompagnano le proiezioni diverse con diversi colori e differenti dimensioni tutto in contemporanea senza che gli occhi si stanchino della voluttà di percorrere velocemente lo schermo dall'alto in basso e da destra a sinistra e poi a sorpresa nel quadrante superiore destro e poi già di lato...

    Il film compie un percorso circolare, con ripetizioni e iterazioni sospese tra il didattico e l'ipnotico: ascoltiamo buona letteratura ed assistiamo a raffinato erotismo in questa educazione sentimentale ripescata dal padre del Baby of Macon nelle notti dei guanciali di mille anni fa. Carne, morte, letteratura e al diavolo la psicologia! (N.B.: inteso come: al diavolo spetta la psicologia!)
    _____________________________________________________________________

    Non è un film con specifiche tematiche omosessuali, ma è un film sull'erotismo e il feticismo.
    Per me uno dei film più belli che ho visto.

    Anche se il tema è difficile e la lettura può essere fatta a vari livelli, l'opera ha una suo equilibrio interiore che la rende affascinante e sensuale.







    paolo
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    !NeveCheVola!
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    00 24/08/2007 13:31
    XXY


    Alex ha un segreto inconfessabile. E' affetta dalla sindrome di Klinefelter, alterazione genetica che lascia l'identità sessuale in bilico fra maschile e femminile .Per questo i suoi genitori, quando lei era ancora in fasce, lasciarono Buenos Aires per trasferirsi sulle coste uruguayane, lontani dall'occhio indiscreto della gente. Un giorno, nella loro casa, arrivano degli ospiti molto attesi. Un chirurgo plastico di chiara fama, accompagnato da sua moglie e dal giovanissimo figlio di sedici anni, vecchi amici di famiglia, iniziano a occuparsi del "caso" dell'adolescente.
    Le tre lettere del titolo rappresentano un'anomalia cromosomica - di quelle persone che hanno all'interno del loro patrimonio genetico sia dei gameti maschili che femminili – che resta il punto chiave della pellicola dell'esordiente regista argentina Lucia Puenzo. Alex, quindicenne alla scoperta della propria identità e delle prime esperienze sessuali, vive con disagio la propria diversità. Il suo essere ermafrodita, è più un problema sociale che personale, nella curiosità morbosa di chi le gravita affianco considerandola un "freak".
    In concorso alla sessantesima edizione della settimana della critica e vincitore del Prix de Jeunesse, XXY è una pellicola asciutta, a basso costo, e senza troppe pretese estetiche. La camera a mano e una colonna sonora molto discreta, fanno sì che non si perda mai di vista il punto centrale di tutta la narrazione: la diversità e l'essere accettati socialmente. La regista argentina porta sullo schermo un tema originale su cui il cinema non ha mai speso molte energie, e lo fa con discrezione e accuratezza (non vedremo mai chiaramente l'oggetto della diversità), senza sbavature e intenti pedagogici, riprendendo con l'occhio esterno della macchina da presa una storia di vita vera, per permettere a tutti, usciti dalla sala, di saperne qualcosa in più sulle vite degli altri.

    Ma bisogna dire che grande, grandissimo merito va alla protagonista, lnes Efron (che nella realtà ha 22 anni), ragazza asciutta, un poco brusca, con stupendi occhi grigi e una bellezza quasi selvatica, capace di muoversi e recitare con assoluta naturalezza e di esprimere al meglio il tormento spinoso, ansioso e noioso del personaggio.
    Ma poi tutto, l'ambiente famigliare, i genitori infelici (il padre, biochimico marino, conosce bene l'ermafroditismo frequente nelle piante, ma fatica ad accettarlo nella figlia), il paesaggio desolato e bello, i pregiudizi degli ospiti, la brutalità dei ragazzi che "solo per vedere" assaltano la quindicenne, tutto è raccontato con semplicità, efficacia, delicatezza assai rare. Non c'è un momento, nel film vincitore alla settimana della critica dell'ultimo Festival di Cannes, in cui qualcosa risulti stonato, melodrammatico, poetico. Una gran riuscita.

    Recensione e critica parziale da MyMovies.it

    Voto personale: *********

    Durante la visione e quando sono uscita dalla sala ero un po' stizzita per le risatine di tre amiche alla mia destra, forse dato dal loro evidente imbarazzo per un tema così "anomalo" e totalmente fuori dalle loro vite...magari sono andate a vederlo per pruriginosa curiosità sottolineata dalle risatine sceme di cui sopra in una determinata scena di sesso tra Alex e Alvaro, il figlio del chirurgo.
    Ma poi sono riuscita ad estraniarmi da tutto il resto e mi sono profondamente identificata nella storia di Alex. In fondo, se ci si pensa bene la nostra condizione di bisessuali viene vista dal mondo, e a volte da noi stessi durante il lungo e doloroso processo verso la consapevolezza e l'accettazione di sè, con una forte valenza di ambiguità, di "non scelta", di non sapere bene ancora da che parte stare; e questa stessa società che, in molti casi non riesce ad accettare ciò che è diverso in quella che invece dovrebbe essere una particolarità se non addirittura una ricchezza (soprattutto dal lato emotivo), ci fa continue pressioni per cui noi si faccia una scelta definitiva, per cui noi operiamo una sorta di castrazione di noi stessi per adeguarci alla norma.
    Solo chi ci ama davvero (come accade per il padre di Alex) non ci spingerà mai a scegliere ma ci resterà accanto sempre, in qualunque circostanza, nonostante e per merito forse della nostra natura.




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  • m@ite
    00 23/10/2007 12:22
    The hours

    Tre storie di donne che vivono in periodi diversi ma che hanno come comune denominatore il romanzo "Mrs. Dalloway" di Virginia Woolf. Nel 1923 la stessa Virginia Woolf mentre sta scrivendo il libro si trova a dover combattere contro la depressione e il pensiero del suicidio. Nel 1949 Laura Brown, casalinga di Los Angeles in attesa di un bambino, deve organizzare una festa per il compleanno del marito ma non riesce a staccarsi dalla lettura del libro della Woolf. Nella New York del 2000, Clarissa Vaughn vuole dare una festa per l'amico e ex compagno Richard, famoso scrittore che sta morendo di AIDS, che la chiama 'Mrs. Dalloway'

    qualcuno di voi l'ha visto? ho comprato il dvd, perchè a noleggio non ce l'avevano...ho provato a vederlo per ben 2 volte...e puntualmente mi sono addormentata [SM=g27824]
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    kiaroz
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    00 23/10/2007 12:51
    L'ho visto a casa di amici... ma è pallosissimo!!! infatti non mi ricordo neanche di cosa parla...


    "La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre." (A. Einstein)

    Moderatrice di



  • m@ite
    00 23/10/2007 17:31
    Re:
    kiaroz, 10/23/2007 12:51 PM:

    L'ho visto a casa di amici... ma è pallosissimo!!! infatti non mi ricordo neanche di cosa parla...


    ah ecco! allora non siamo io e la mia ragazza ad essere delle stordite!


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    gerryff
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    Re:
    kiaroz, 23/10/2007 12.51:

    L'ho visto a casa di amici... ma è pallosissimo!!! infatti non mi ricordo neanche di cosa parla...



    Pero' Julianne Moore mi attizza !!!!!
    (abbiate pazienza)



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    Colui al quale i pregiudizi correnti non suonano paradossali, non ha ancora sufficientemente riflettuto.
    (Friedrich Nietzsche)

    Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici.
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    gerryff
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    Amore a Prima Vista



    Recensione da FilmUp:

    "Bruno (Vincenzo Salemme), noto come "Sciupafemmine", è un giovane delinquente napoletano e figlio di un boss. Dopo una malattia, per dei problemi agli occhi, ha necessità di un trapianto di cornea. La sua donatrice, a lui sconosciuta, è la moglie di un carabiniere, morta a causa di un incidente stradale.
    L'intervento riesce perfettamente, ma un giorno camminando per strada, incrocia il carabiniere, il Maggiore Fortunato Cipolletta (Maurizio Casagrande "L'amico del cuore"), e pur non conoscendolo, lo saluta con un caloroso "ciao amore", rendendosi conto che da quel momento lo vedrà per sempre con "occhi diversi".
    Al film non può mancare la bellezza di turno, caratteristica anche questa della nuova corrente, incarnata in questo caso da Mandala Tayde (Fuochi d'artificio), che interpreta il ruolo della figlia di un altro boss siciliano, promessa sposa a Bruno.
    "

    A me e' piaciuto moltissimo perche' Salemme ha riportato in voga la comicita' napoletana classica non volgare, ironica, spiritosa ed improvvisata.
    E' a mio avviso un attore ed autore di razza, il vero erede di Toto' e dei De Filippo.
    Nel film mette alla berlina sia i luoghi comuni sull'omosessualita' sia la figura dell'uomo macho e virile sintetizzato nella figura del malavitoso.


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    gerryff
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    00 02/01/2008 11:50
    La Moglie del Soldato
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    Recensione da it.movies.yahoo.com :

    "Nell'Ulster un commando di terroristi dell'IRA rapisce in un parco-giochi Jody, un soldato inglese di colore che è stato irretito da Jude la donna del gruppo. Se gli inglesi non accetteranno lo scambio con un altro prigioniero irlandese, Fergus, un altro militare, ucciderà il rapito. Ma Fergus non è un malvagio e nei giorni di cattività dell'ostaggio si comporta con lui più che umanamente (via il cappuccio soffocante, molte parole pazienti, un po' di aiuto nei momenti delle necessità fisiologiche). Portandolo sul luogo dell'esecuzione, Fergus, che è solo, vedendo fuggire Jody, non ha il coraggio di sparargli vilmente alle spalle: tuttavia Jody muore investito da un blindato inglese in transito fra i boschi. Lasciati i compagni, Fergus va a fare il muratore a Londra, non solo tentando di dimenticare i propri rimorsi, ma perchè il morto gi ha lasciato un compito assai insolito: quello di proteggere la moglie Dil che fa la parrucchiera e frequenta il bar Metro. A lei Fergus deve portare l'ultimo messaggio d'amore, così come ha fermamente promesso a Jody. Fergus scova Dil (che è del tutto all'oscuro dei precedenti), piano piano se ne innamora, anche difendendola rudemente da qualche cliente manesco, poichè la "moglie" del morto, dopo il suo lavoro nel negozio, si trasferisce in un equivoco locale ritrovo di transessuali. La situazione è sconvolgente: Fergus non dimentica l'impegno protettivo assuntosi, ma la relazione è troppo anormale, anche perché Dil gli si è profondamente "attaccata". Lui la colpisce con un pugno il giorno in cui, al momento di andare per la prima volta a letto insieme, Fergus scopre che Dil è un travestito. Sconvolto torna a casa, dove trova la terrorista Jude che gli ordina di assassinare un anziano giudice inglese all'uscita da uno dei suoi incontri in una casa compiacente. L'ex-terrorista deve accettare, anche perché si preoccupa della incolumità di Dil (sulle piste della quale si è messa la stessa Jude, gelosa per di più). Fergus, tagliati a Dil i cortissimi capelli e nascostala in un alberguccio, va a ritirare l'arma da Jude. Passa comunque con Dil una tranquilla notte prima del suo delitto e così confessa come andarono le cose con Jody. Ma al mattino l'irlandese si ritrova legato mani e piedi al letto da Dil, che teme per la vita di lui e si rifiuta a un secondo probabile lutto. Vedendo non apparire all'ora stabilita Fergus, il terrorista Maguire uccide lui il magistrato, ma cade ucciso da una guardia di questi. In preda al panico Jude fugge verso l'alloggio di Dil per vendicare l'amico morto, ma viene uccisa con la pistola di Fergus, della quale Dil si è impadronita per proteggere l'oggetto del proprio amore e vendicare ad un tempo la fine di Jody. Fergus viene condannato dalla Corte Suprema. Nel parlatorio di un carcere inglese, Fergus e Dil - ormai legati da troppi eventi e sentimenti - contano i giorni che a migliaia mancano al loro incontro nella libertà."

    Recensione mia:
    Bellissimo film che ci insegna che la diversità non esiste,non esistono le categorie, sono solo frutto della nostra mente,bisognerebbe proiettarlo nelle scuole per insegnare ai giovani i veri valori della vita.
    In esso la sessualità non ha limiti, ma una cosa non emerge da questo film: la volgarità.



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