BisessualItalia Bisessualità e dintorni. Tutto ciò che gravità intorno ad un argomento ancora ignoto a molti

sarà vero????

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  • lisali
    00 05/12/2006 15:06
    (ANSA) - PADOVA, 5 DIC - Padova e' la prima citta' nella quale le coppie di fatto, etero ed omosessuali, potranno ottenere il riconoscimento. Lo prevede una mozione approvata dal consiglio comunale con 26 voti a favore (tutto il centrosinistra, esclusi i Verdi, non in giunta), 7 contrari e un astenuto. La norma impegna a istruire l'Ufficio comunale perché rilasci, su richiesta degli interessati, l'attestazione di famiglia anagrafica basata su legami affettivi.



    speriamo di si :bighug:
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    coccole2000bsx
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    00 05/12/2006 16:34
    Re:

    Scritto da: lisali 05/12/2006 15.06
    (ANSA) - PADOVA, 5 DIC - Padova e' la prima citta' nella quale le coppie di fatto, etero ed omosessuali, potranno ottenere il riconoscimento. Lo prevede una mozione approvata dal consiglio comunale con 26 voti a favore (tutto il centrosinistra, esclusi i Verdi, non in giunta), 7 contrari e un astenuto. La norma impegna a istruire l'Ufficio comunale perché rilasci, su richiesta degli interessati, l'attestazione di famiglia anagrafica basata su legami affettivi.



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    LA SVOLTA DI PADOVA: RICONOSCIMENTO ANAGRAFICO ALLE FAMIGLIE OMOSESSUALI

    (05/12/2006) Alessandro Zan (Ds-Arcigay) ha presentato una mozione che prevede non un registro apposito, ma il rilascio di un attestato di famiglia sulla base dei legami affettivi. Il Consiglio Comunale l'ha approvato.


    PADOVA, 5 DIC - Padova è la prima città italiana nella quale le coppie di fatto, sia etero sia omosessuali, potranno ottenere il riconoscimento anagrafico, come famiglia fondata su vincoli affettivi.

    Lo prevede una mozione approvata in nottata dal consiglio comunale con 26 voti a favore (tutto il centrosinistra, esclusi i Verdi, non in giunta), 7 contrari e un astenuto di Forza Italia. C'è stato anche l'apporto della lista civica di centrodestra. Si tratta di un provvedimento ben diverso dal registro delle coppie di fatto (da creare al di fuori della sfera anagrafica), che dunque lo supera e che sfrutta una possibilità offerta dal regolamento attuativo (1989) della legge sull'anagrafe datata 1954.

    In sostanza, la mozione, proposta dal consigliere Ds Alessandro Zan (in foto), presidente dell'Arcigay veneto, impegna il sindaco e la giunta a istruire l'Ufficio comunale perchè rilasci, su richiesta degli interessati, l'attestazione di famiglia anagrafica basata su legami affettivi.

    Un atto simbolico, ma che secondo Zan dimostra che quello dei diritti civili e della tutela delle coppie omosessuali "è un tema che sta entrando pian piano nelle corde della politica italiana".

    Plaude il ministro alla Solidarietà sociale, Paolo Ferrero: "L'iniziativa era comunale quindi non so se potrà estendersi anche sul piano nazionale - aggiunge il ministro - ma essendo un'iniziativa territoriale è una buona cosa e se si estenderà lo vedremo. Non lo decidiamo noi, è una decisione dei Comuni".


    Il provvedimento approvato in Consiglio Comunale a Padova ha avuto subito un'eco nazionale. Questa mattina Montecitorio (aula della Camera dei Deputati) ha visto la leghista Paola Goisis e la deputata di Fi Giustina Destro, ex sindaco della città veneta, chiedere al governo di riferire sulla vicenda. Le due deputate contestano il fatto che le istruzioni che Sindaco e Comune di Padova devono dare all'anagrafe (cioè di rilasciare il certificato anche alle famiglie omosessuali) aprano di fatto ad un riconoscimento delle unioni civili. Il vicepresidente della Camera Carlo Leoni ha annunciato che riferirà al presidente Bertinotti la richiesta di informativa.

    "Vincolo affettivo è anche quello che lega gli esseri umani agli animali, un fratello ad una sorella, un nonno ad un nipote - ha commentato Isabella Bertolini di Forza Italia, che ha contestato anche il metodo di Padova "Queste sono decisioni che deve assumere il legislatore a livello nazionale, decisioni che non possono essere demandate ad atti di sindacato ispettivo a livello comunale" ha detto la deputata forzista.

    Secondo Alessandra Mussolini, eurodeputata e segretario di Azione Sociale, non bisogna creare "famiglie artificiali; a tutt'oggi vale il primato dell'istituto della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna". "Queste iniziative - prosegue la Mussolini - costituiscono un'offesa proprio per chi ha deciso di convivere fuori dal matrimonio". La signora Mussolini non ha spiegato come possano sentirsi offese le persone omosessuali che all'istituto matrimoniale non possono accedere.

    Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia, presidente nazionale della Consulta etico-religiosa, dichiara la mozione approvata a Padova come "incostituzionale, poichè equipara, dal punto di vista giuridico, la famiglia fondata sul matrimonio ad una fantomatica famiglia basata su vincoli affettivi, elevando a dignità tale da meritare la formalizzazione anagrafica, pubblica, alla pari della registrazione del matrimonio, un dato meramente privato e fattuale, costituito appunto dalla convivenza".

    Il polverone sollevato a Montecitorio risulta incomprensibile al deputato Ds Franco Grillini (in foto, Presidente Onorario Arcigay) che sottolinea i "toni apocalittici sui destini della famiglia tradizionale" adottati "in Parlamento, da alcuni esponenti di Lega, Forza Italia e AN, contro la mozione." "La discussione su unioni civili e pacs infatti - prosegue Grillini - è aperta anche in sede parlamentare da quando è stata calendarizzata, in Commissione giustizia, la mia proposta di legge sui pacs, la numero 33, e riprenderà a gennaio con l’indagine conoscitiva interrotta nella scorsa legislatura".
    Secondo Grillini "il centro-destra dovrebbe smettere di brandire, come una clava, l’articolo 290 della Costituzione contro le nuove famiglie" perché "quell’articolo non dà una definizione di famiglia e fu votato dai costituenti con lo scopo di tutelare la famiglia dalle intromissioni dello Stato." "Quell’articolo - conclude Grillini - non dice che la famiglia è tra un uomo e una donna ma parla di 'coniugi' e, soprattutto, non vieta il riconoscimento di altre forme familiari.

    Ma non tutto il centrodestra ha una posizione intransigente. Secondo Dario Rivolta, deputato di Forza Italia e primo firmatario di una proposta legge sulle convivenza presentato nella passata legislatura dal centrodestra, nonché membro della III Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera, quanto accaduto a Padova "dimostra una volta di più la necessità per il Parlamento, di decidere nel più breve tempo possibile in merito ad una legge che regolamenti la questione, altrimenti il risultato sarà quello di aumentare l'incertezza giuridica e sociale sul tema della famiglia". "E' indispensabile - continua Rivolta - che il potere legislativo accolga con una legge chiara e univoca la domanda che la società, in maniera sempre più pressante, esige. Solo una legge che regolamenta puntualmente il fenomeno delle convivenze di fatto, può, esplicitamente o implicitamente, confermare le differenze sostanziali e inalienabili tra famiglia, matrimoni e semplici convivenze".

    Interviene sul polverone sollevato da Padova anche la consulta glbt dei DS GayLeft secondo cui “non possiamo continuare a giocare ulteriormente con la vita e la dignità delle persone”. “Facciamo quindi appello ai leaders politici del centrosinistra - hanno detto i portavoce di GayLeft Benedino e Concia - affinché su questo tema si mettano da parte i veti ideologici e si lavori per arrivare presto a una soluzione condivisa, che riconosca che in Italia non c’è un unico modello di famiglia”.

    fonti: corriere.it, ansa, lastampa.it, espresso.repubblica.it, gaynews.it, dariorivolta.it, adnkronos.com, tgcom.mediaset.it, ilrestodelcarino.quotidiano.net



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    00 05/12/2006 17:29
    Ottima notizia!!! [SM=g27811]


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    coccole2000bsx
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    Re:

    Scritto da: kiaroz 05/12/2006 17.29
    Ottima notizia!!! [SM=g27811]



    Personalmente mi riconosco nel commento che segue:

    Pacs. Deputati Ulivo: "Mozione Padova rappresenta esempio positivo" Otto parlamentari: "trasparenza istituzionale su scelte"
    Apcom - 5 Dicembre 2006
    Roma, 5 dic. (Apcom) - "La mozione approvata dal Consiglio comunale di Padova 'a sostegno del riconoscimento di diritti delle persone che vivono in convivenze non matrimoniali' è un esempio positivo di come si possano definire, a legislazione vigente e nel rispetto dell'art. 29 della Costituzione, politiche attive a sostegno dei legami affettivi tra persone che intendono dare stabilità ed evidenza pubblica a modalità di vita familiari diverse, ma non differenziate o discriminate, rispetto alla famiglia fondata sul matrimonio".
    E' quanto affermano il deputati dell'Ulivo Franca Bimbi, Alessandro Naccarato, Andrea Colasio, Adriano Musi, Fabrizio Morri, Franco Grillini, Donata Lenzi, Laura Fincato.
    "Quella del comune di Padova è una decisione che, offrendo trasparenza istituzionale alle scelte di vita delle persone - continuano gli otto deputati dell'Ulivo -, contribuisce a rinsaldare i fondamenti del legame sociale in una società che tende ad indebolirli, mentre propone anche un richiamo più ampio all'etica della responsabilità nelle relazioni interpersonali cui sono chiamati tutti i cittadini, indipendentemente dalle forme di famiglia, di convivenza e di orientamento sessuale".
    "Come Parlamentari - concludono - ci sentiamo particolarmente impegnati ad approfondire il confronto politico su questi temi, che toccano sempre di più la vita familiare delle persone di tutte le età, predisponendo anche gli strumenti legislativi più idonei al riconoscimento delle domande sociali e dei diritti conseguenti".