00 21/02/2007 20:56
Re: Re: Re: Re: Re:
Scritto da: kiaroz 21/02/2007 19.41
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> Norma = regola, consuetu dine... che non ha nessuna a
> ccezione, nè positiva nè negativa... è un dato
> di fatto, un modo di vivere...

Difatti non ho introdotto giudizi di merito. E' una norma, se vuoi un modo di vivere, al quale comunque si può fare riferimento. Nessuno qui sta dicendo che il fuori misura rappresenti un errore morale, ma una variante fra mille altre.
La variante, però, non può essere una nuova norma, altrimenti cesserebbe lo scopo del criterio di misura che ha prodotto la variante. Se ogni cosa, ogni essere, ogni concetto è norma solo a sè non c'è più necessità di parlare di normalità. Cessa e non avrebbe senso nessun punto di riferimento. Normalità ha senso solo inquantochè è riferibile ad un punto di riferimento, ad una regola (condivisa). In assenza di un punto di riferimento si esaurisce il concetto di normalità. Si potrebbe persino eliminare dal dizionario.

> invece spesso la normalità viene intesa come la
> via corretta da seguire...

Che venga intesa come "via corretta da seguire" non può inficiare il senso originale che l'ha messa in piedi nel suo significato condiviso. Chi intende in quel modo, ovvero corretto/scorretto, giusto/sbagliato, morale/immorale etc. intende male, a meno che con questi termini non intenda riferisi ad un suo giudizio morale, ma questo è un altro discorso.
Intanto partiamo dal concetto di normalità così come dev'essere inteso, poi magari possiamo discutere sui giudizi che vengono affibbiati ai fuori misura, alle varianti.
I giudizi si addicono al discorso religioso, etico, morale...ma sono tutt'altra cosa. Se io dico nano e dico che nano è fuori della norma esprimo un concetto normativo concordato, se invece dico che nano = disgrazia esprimo un concetto morale assolutamente gratuito, anche se normalmente condiviso.


> Normalità ed anormalità in fondo sono solo concetti
> elaborati su base statistica: normalità è ciò che
> fa la maggioranza, anormaità è ciò che fa la minoramza...

Sì, può essere, in linea di massima, se rapportati ad un punto di riferimento condiviso. Poi quel punto, a secondo di ciò che intende esprimere, può essere di tipo dimostrabile o di tipo ipotetico, indimostrabile, che poi è quello religioso, morale ed etico.


> malattia non è il contrario di normalità... sono due
> concetti totalmente estranei!

Sono d'accordo, lo sto predicando da un secolo.
Malattia è l'opposto di salute. Fra malattia e salute è frapposto il concetto di normalità, che ne rappresenta il criterio di misura.
Non ha una salute normale chi ha il colesterolo fuori norma, ad esempio a 400, invece che da 120 a 180.

> Non c'è mai stato cambiamento??? vuoi dire che l'uman
> ità è immutabile??

Finora appare così. Muteremo opinione quando il cambiamento sarà dimostrato. Comunque sia, io annuivo ai cambiamenti riferibili agli orientamenti sessuali degli umani. Da quando si conosce l'uomo pare che la zuppa degli orientamenti non abbia subito mutamenti. E' stata così da sempre. Niente di nuovo sotto il sole.

> il concetto evolutivo è teoria e non è ancora stato d
> imostrato?? ma se si studia anche nelle scuole!!

Che si studi nelle scuole non significa che sia un fatto dimostrato. Nelle scuole si studiano anche le teorie. Per ora l'evoluzione così come è stata intesa da Darwin non è stata ancora provata scientificamente a mezzo del famoso criterio di scientificità, che è tale solo se è falsificabile.
C'è ancora molta strada da fare.

> Ma siamo completamente fuori?????

Fuori da cosa? Dal luogo comune? forse sì.

Pyccolo