00 21/02/2007 10:44
Re: Re: Re:

Scritto da: !NeveCheVola!
19/02/2007 18.17




Sono esempi che non puoi listare parlando dello stesso
argomento e di cui ovviamente sai la risposta.
Ad esempio per l'essere umano non è da considerarsi "normale" che respiri all'aria aperta rapportato ad un pesce che invece ha bisogno
dell'acqua, perchè il nostro organismo è un po' diverso da quello dei
pesci. Quindi non si tratta di normalità quanto di "necessità". Lo
stesso dicasi per il modo che abbiamo di alimentarci.



Perfetto, dalle elementari ci hanni insegnato a non sommare i cavoli con i mattoni. Sono due ordini diversi di cose.

La normalità va perciò vista, nel ns caso, all'interno di una stessa specie.

Trovo interessante anche il commento di Isidea.



Per quel che riguarda invece la normalità di una persona down confronto a chi down non è, ovviamente la maggioranza delle persone purtroppo userà il termine "anormale" nella sua accezione negativa e cioè che non segue la norma, la regola.



Perchè vedi negativamente? Non c'è nulla di negativo nel dire che un down non è normale nel senso di norma, ovvero di criterio di paragone.
Se poi uno lo usasse in senso morale son fatti suoi...non c'è mai
limite alla cattiva educazione.
Poichè l'uso del termine "normale" può essere visto (spesso è così) anche nella sua accezione negativa, è ovvio che un tantino di attenzione è d'obbligo...non vogliamo offendere nessuno (ci sono di quelli che invece offendono velatamente e contro cui non c'è arma), ma qui stiamo parlando di normalità in senso intrinseco, nel suo significato più vero di criterio di misura.



Io invece lo posso considerare come una persona anormale ma inteso come "al di fuori della norma", sinonimo di eccezionale dal momento che comunque ha delle capacità sì inferiori a chi non è down ma può avere delle grandi qualità. Come pure il sordomuto o il cieco che secondo me sono persone normalissime che però deficitano di un senso ma in compenso hanno acuito tutti gli altri, e io li trovo eccezionali per questo.



Discorso al bacio, condito con amore e simpatia.
Puoi senz'altro usare il termine "eccezionale", però, per dirlo devi fare riferimento al concetto di normalità, altrimenti fa eccezione da chi o da che?. Il termine "eccezion/e/ale" tanto esiste perchè è necessario significare con esso ciò che è fuori dalla regola, altrimenti non sarebbe utilizzabile.
Il punto è che, forse, anzi molto probabilmente, voi attribuite al termine "normalità" un significato che non le compete.
Emerge, come è giusto, che la noramlità fisica e fisiologica sia una cosa, le qualità siano altra cosa, quest'ultime avendo in genere a che fare con criteri di misura concordati fra umani, sui quali, al limite, si può anche non essere d'accordo.
Questa è la ragione per cui il termine "malattia" è stato bandito
dai termini che riguardano gli omosex. Si sono resi conto che è
impossibile far riferimento ad un criterio di normalità dimostrabile empiricamente per definire malattia l'omosessualità.



Sappi però che in molti casi sono il pregiudizio e l'ignoranza che fanno sì che qualcuno dica questo è normale e questo non lo è. E l'ignoranza può sempre essere sconfitta.



Io distinguerei fra ignoranza e pregiudizio. Spesso accade che sia il sapere ad essere definito ignoranza, per discorsi di mera convenienza.


Ecco il punto interessante. La paura del cambiamento e il rischio che il cambiamento porta in sè. Accettare che le nostre convinzioni possano modificarsi è molto difficile perchè presuppone una certa dose di umiltà che porta ad aprire la propria mente alle idee altrui, al modo altrui di porsi e magari imparare da queste idee, da questo modo diverso di vivere.



Cambiamento?
Ma quale cambiamento?
Tu parli di peculiarità proprie degli esseri umani da sempre.
Non c'è mai stato cambiamento da che abbiamo nozione degli umani.
E' stato fra l'altro dimostrato dalla citazione in capo a questo thread. Non è un modo di vivere diverso, inventato oggi, ma da sempre. Dire che, poi, sia un modo di vivere mi sembra eccessivo. Sarebbe meglio dire che si tratti di orientamenti usuali ed "eccezionali" con i quali da sempre qualche piccolissima parte dell'umanità ha convissuto e fatto i conti, almeno in certi e per certi momenti della vita di ognuno di essi.


Quello che ha fatto sì che ci evolvessimo e che continueremo a
popolare questa terra è proprio la grande capacità di adattamento e di flessibilità dell'essere umano.



Per ora il concetto evolutivo è ancora teoria, fino a prova contraria. Si è ipotizzato tanto, ma dimostrato nulla...per ora solo congetture. Non toccherei qui questo argomento.


E magari un giorno anche noi saremo capaci di respirare
sott'acqua, pechè magari il mondo sarà ricoperto d'acqua e l'essere umano, da bravo virus qual'è, è in grado di adattarsi e sopravvivere.




Questa è sola e pura fantasia.


Quindi non temere, nonostante la presenza di omosessuali, la gente continuerà ad accoppiarsi e a sfornare bambini...



Non è questo che si teme...è ben altro, come ormai dovrebbe essere chiaro.


Quando diciamo che un cieco non rappresenta la normalità,
intendiamo discriminarlo? Cacciarlo dalla società? Considerarlo unappestato? privarlo di alcun diritto? Smettere di accompagnarci conlui?
Io non lo credo, e tu?
Quando diciamo che è diverso, come i diversamente abili,
intendiamo discriminarlo o dichiararlo ammalato?
Io non credo, e tu?


Su questo mi trovi perfettamente d'accordo.



Perfetto: L'eccezionalità non può essere normalità, ma nemmeno può costituire occasione per discriminare, emarginare, ghettizzare. Dobbiamo accogliere l'eccezionale ed averne rispetto.

Nemmeno può essere l'eccezionalità occasione per far dichiarare a lor spettabili "eccezionali" che la loro eccezione sia anche normalità, perchè la normalità condivisa è una.

Se poi poniamo il discorso sul piano del piacere, della sua ricerca, del criterio di misura del piacere, delle modalità per ottenerelo, allora stiamo parlando di altro.

Se invece poniamo il discorso sul piano affettivo, della ricerca degli affetti, del criterio di normalità della sfera affettiva, allora stiamo parlando di altro ancora.

Così come si parlerà d'altro se si parlerà d'amore.


Buona giornata